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LA MUSICA IN FAMIGLIA
Scuro Chiaro

LA MUSICA IN FAMIGLIA

Musica

Come trasmettere la passione per la musica ai propri figli!

La musica è per me un istinto naturale!

Ma, a ben pensarci, è un istinto naturale dell’uomo. I neonati si addormentano cullati dal suono di una dolce ninna nanna, ridono e ballano quando sentono una canzone, battono le mani e provano a creare loro stessi una musica che a noi sembra piuttosto un gran rumore.

Il suono è la prima forma di espressione di un essere umano e, se coltivato con i giusti stimoli, può diventare musica.

Vi racconto la mia storia, che sembra non avere nulla di speciale ma è, per me, una scoperta che, giorno dopo giorno, mi rende orgogliosa e felice.

Partiamo dalle premesse… io ho due figli, Alessandro, 5 anni e mezzo, e Lorenzo 1 anno. La musica è parte della quotidianità, è la tavolozza sulla quale disegnano le loro emozioni, è la forma principale attraverso la quale manifestano i sentimenti.

Tutto questo non è un caso, perché siamo io e il loro papà per primi ad amare la musica e a renderla parte della nostra vita. Tanto per fare un esempio, appesa al muro, all’ingresso di casa nostra, c’è una chitarra elettrica e un’altra, acustica, vaga per casa, a volte rinchiusa nella sua custodia, a volte, invece, libera e ‘suonante’. Vedere e sentire suonare uno strumento, toccarlo con mano è una fortuna che non capita a tutti i bambini, ma non è solo questo che li avvicina alla musica, è la voglia di condividere insieme una passione e di alimentarla con l’esempio più che con le parole. Per dovere di cronaca non sono io quella che suona, ma il mio compagno.

Tra gli aneddoti divertenti che mi piace ricordare c’è il periodo in cui il mio compagno faceva parte di una tribute band dei Nomadi e ascoltava in loop le canzoni della scaletta, tra cui “Il Re è nudo”. Baby Ale, anni 2, cantava con gioia e allegria “il re è nudo”, peccato che l’unica parte distinguibile della canzone fosse: è nudooooo…Per fortuna, al nido, le maestre erano estimatrici dei Nomadi, quindi nessuno si è preoccupato troppo di un nano alle prese con la nudità di qualcuno. Ad ogni modo non siamo migliorati molto con l’adeguatezza del repertorio, perché oggi, -un-po’-meno baby-Ale, canticchia tutto l’ultimo album di Caparezza.

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Ascoltare musica un pò di tutti i generi e cantare insieme, sono tutte cose, per noi, abbastanza naturali. Sono rimasta stupita, quando Ale ha cominciato un corso di musica, l’anno scorso a 4 anni, della facilità con cui ha imparato a leggere le note. Merito del metodo delle Note Colorate, che la bravissima maestra Cristina Rampini, insegna con pazienza e dedizione e merito di una curiosità per quel mondo multiforme della musica che coltiviamo tutti in famiglia, rispettando i talenti e le inclinazioni di ciascuno. A proposito di inclinazioni, l’anno scorso Alessandro ha provato a suonare il pianoforte, senza grossissimo successo per la verità: forse troppo presto, forse questione di attitudine. Quest’anno invece ha cominciato a cantare con grande entusiasmo, senza abbandonare la parte di teoria e solfeggio, a cui invece tengo io, in maniera particolare.

L’approccio giusto dà ottimi risultati: Note Colorate e Voci colorate, che poi sono i corsi della maestra Cristina Rampini, sono uno splendido modo per insegnare la musica ai più piccoli fatto di divertimento e rigore al tempo stesso e i piccoli imparano, giocando.

Lorenzo, l’ultimo nato, per il momento si limita a battere la mani e ridere come un pazzo quando qualcuno di noi intona il primo motivetto che gli passa per la testa o canta le sue canzoni preferite.  Vediamo se anche con lui le Note Colorate attecchiranno e faranno fiorire un nuovo Minstrel, come lo sono io e come lo è già il mio piccolo-grande Alessandro.

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