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Dorian Gray – un omaggio alla bellezza
Scuro Chiaro

Dorian Gray – un omaggio alla bellezza

Dorian Gray

DORIAN GRAY – ” Quali sono le parole della bellezza? Quali sono le parole della verità? La verità è bellezza e la bellezza è verità!” (cit. D. Martini)

Venerdì 4 maggio mi presento al teatro degli Arcimboldi e c’è qualche cosa di particolare, di diverso già dall’ingresso!

Uno stuolo di giovanissime ragazze ed anche qualche ragazzo, belli, alti con abiti indubbiamente di alta moda.

E così all’improvviso realizzo che sto andando a vedere la “prima” delle rappresentazioni milanesi di questo nuovo tour di Dorian Gray – La bellezza non ha pietà.

Quest’opera, questo musical è stato voluto e prodotto da Pier Cardin, che ha creato anche i costumi di scena.
Ci troviamo quindi nel bel mezzo di un aperitivo d’inaugurazione con il direttore artistico Rodrigo Basilicati, il nuovo responsabile della regia Emanuele Gamba e l’autore dei testi e della musica Daniele Martini… e una sfilata di modelli che indossano, ovviamente, capi Pier Cardin.
Così ha inizio per me un opera molto particolare, per diversi aspetti.

Come dicevo quest’opera è stata voluta, commissionata e patrocinata da Pier Cardin per i suoi 70 anni di attività.
Pier Cardin e Daniele Martini (l’autore dei testi e delle musiche) non sono nuovi a questo tipo di realizzazioni, infatti negli anni scorsi avevano dato vita ad altri due musical “Casanova, amori e inganni a Venezia” e “Amleto – dramma musicale

Alcune caratteristiche rendono quest’opera diversa e in qualche modo unica.
Prima di tutto nasce con l’idea di essere un balletto, ma poi si trasforma in lavoro più complesso dove recitazione, musica, canto e balletto si fondono.

Liberamente tratto dal romanzo di Oscar Wilde, che ha ispirato numerosi film e anche già un altro musical.
E’ stata fatta una scelta originale e oserei dire ardita.
Due personaggi in scena! Uno è il ballerino (Marco Vesprini) che interpreta l’anima/il ritratto di Dorian e un attore/cantante (un grande ed efficace Federico Marignetti) che interpreta Dorian Gray (ma anche Basil il pittore e Lord Henry Wotton) . Questo, secondo l’ispirazione dell’autore Martini, volendo sottolineare che tutti noi nella vita siamo stati in qualche momento ognuno di questi personaggi.
Probabilmente è molto più efficace di quanto non lo sarebbe stata una messa in scena realistica, con tutti i personaggi e le relative battute, perché il romanzo di Wilde lo si potrebbe definire quasi un libro filosofico.
Devo dire che però questa scelta di un unico interprete mi ha reso difficile seguire lo svolgersi degli eventi dovendo prima capire quale personaggio Federico Marignetti stesse interpretando.

Ho trovato invece, molto artistico, bello, romantico, delicato il momento in cui Dorian “duetta ” con una giovane attrice, suo primo amore (Sibyl Vane), che invece di essere interpretata da una persona viene rappresentata da un velo bianco mossa dall’aria.

La musica ha una sua bellezza, una sua energia e potenza che ti avvolge e ti coinvolge, soprattutto, c’è un insistente ticchettio che sembra voler proprio dare la sensazione di un tempo che incalza e che scorre.

Infine vi è un terzo elemento, come un terzo personaggio (qualcuno l’ha definito così): la scenografia.
Povera di elementi, un cubo costruito con dei pali, come se fosse una stanza, ma anche una gabbia; proiezioni di luci e immagini in 3D ( opera del video designer Sara Caliumi e del light designer Paolo Bonapace, mai citati da nessuno, ma dei veri maestri!) che giocano con gli interpreti, con la musica e creano movimento, dinamicità, stupore e avvincono, aggirando lo scoglio della possibilità che la rappresentazione così scarna di elementi scenografici ed umani potesse risultare lenta o noiosa.

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C’è l’ossessione di Dorian Gray per la bellezza, nei brani musicali si esplorano l’animo di Dorian e il suo tormento e se nel Dorian di Wilde non c’è vero pentimento per i suoi crimini, nel Dorian dello spettacolo resta un barlume di cuore non ancora contaminato, quegli

“ultimi centimetri di cuore pulito”

(cit. D. Martini)

Nell’insieme l’ho uno spettacolo sicuramente originale, stimolante, con una sua bellezza sofisticata, raffinata, un po’ cerebrale.
D’altronde, visto che l’ispiratore e mecenate è Pier Cardin, non poteva essere diversamente.

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