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Matthew Lee, il Rock e il Pianoforte
Scuro Chiaro

Matthew Lee, il Rock e il Pianoforte

Matthew Lee

Matthew Lee!

Un eccezionale pianista!

Qualcuno forse, soprattutto dopo le ultime diatribe sulla canzone italiana e sulla “necessità “ di dar più spazio alla musica nazionale, potrà pensare: “ecco che si parla dell’ennesimo musicista d’oltreoceano!”

In realtà Matthew Lee è un musicista italianissimo, originario di Pesaro, che quando parla e s’intrattiene amichevolmente e familiarmente con il pubblico, ricorda un po’ Valentino Rossi.

Rock vi dicevo, Matthew nasce come pianista classico, ma lo spirito del rock lo invade e invade qualsiasi musica egli suoni.

E’ così eccolo spaziare da “L’italiano” di Toto Cutugno, “Tarantella” di Rossini, “Fiori di maggio” di Concato, “L’isola che non c’è” di Bennato. Brani rock di tutti i gusti e tutte le stagioni, una fantasia di brani classici che più che una fantasia direi che era un nuovo brano in cui poche battute che andavano da Bach, a Beethoven, Gershwin e probabilmente molti altri ancora, si trasformavano, mescolavano in toni rock, twist, swing… un qualche cosa di affascinante e travolgente.

Soprattutto travolgente, il ritmo e l’energia della musica rock non ti possono lasciare immobile e tranquillo sulla poltrona ad ascoltare, ti s’infila nelle vene e nei muscoli a ti ritrovi a ballare da seduto.

Per lo meno questo è l’effetto che ha fatto a me ieri sera la musica di Matthew Lee e della sua band.

Si perché Matthew non suona da solo ma insieme ed altrettanti validi e prodigiosi artisti: Alessandro Infusini al basso, Frank Carrera, un diavolo alla chitarra e Matteo Pierpaoli, una piovra talentuosa alla batteria, le sue bacchette volavano e arrivavano ovunque!

Matthew suona con un’energia inestinguibile, in quasi due ore di brani, mai un cedimento un affaticamento.

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Suona ad una velocità impressionante, ci sono stati momenti che mi sembrava di vedere le immagini del film “La leggenda del pianista sull’Oceano”, la famosa sfida al pianoforte.

Nonostante questa velocità i suoni, le note sono sempre pulite e cristalline, perlate, come avrebbe detto la mia insegnante di pianoforte.

Si diverte Matthew, si vede, si sente, la musica, soprattutto la musica rock è il suo pane, il suo respiro, il suo divertimento e con quella semplicità così alla mano te la comunica immediatamente dalle prime parole che scambia con il pubblico, dalle prime note che suona.

E’ talmente un divertimento che non lo annoia e non lo stanca mai, che anche quando giunge al termine e al immancabile bis che viene richiesto, lui lascia mano libera al pubblico, canta e suona brani di canzoni che gli vengono richieste li al momento, e nonostante ripeta più volte “dai questo è l’ultimo”, sembra non fermarsi mai!
Un artista veramente interessante, una serata piena di energia!

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