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MOULIN ROUGE
Scuro Chiaro

“La cosa più grande che si possa imparare è amare e lasciarsi amare”

Questa una delle più celebri frasi del film musicale “Moulin Rouge” uscito nel 2001 e prodotto dal grande regista Baz Luhrmann.

Nella Parigi del 1900 un’intensa storia d’amore tra Christian,  un giovane aspirante scrittore londinese, un sognatore che fa dell’amore il suo credo, e Satine, la stella del Moulin Rouge, una donna abituata ad abbindolare gli uomini e a giocare con i loro sentimenti.

Nella trama sono presenti personaggi sia di fantasia sia realmente esistiti: tra questi vi è il pittore Henri de Toulouse-Lautrec, uno dei massimi esponenti dello spirito bohemien, racchiudibile nelle questtro parole chiave LIBERTA’BELLEZZAVERTITA’AMORE.

Un assiduo frequentatore del Moulin Rouge di cui amò dipingerne soprattutto le celebri ballerine de can-can, alcune esposte al Musée d’Orsay.

L’uscita di questo film è stata considerata la “rinascita” del musical, un genere cinematografico che per molti anni era stato disertato dal cinema  e tenuto in vita solo dai classici Disney d’animazione.

Film vincitore di due premi Oscar nel 2002, per la migliore scenografia e i migliori costumi,vincendo due statuette sulle otto nomination avute. Primo musical a ricevere la nomination come  miglior film. Non succedeva dal 1991 con “La Bella e la Bestia”.

E’ considerato uno dei capolavori di Baz Luhrmann, il regista di “Ballroom – Gara di ballo”, di “Romeo+Giulietta”, una reinterpretazione in chiave post-moderna del grande classico di William A+Shakespeare, di “Australia” e de “Il grande Gazby”.

Da sempre si contraddistingue per un uso del montaggio e della macchina da presa; per i repentini stacchi e gli animati movimenti, uniti ad una messa in scena opulente.

Dalla sua cura particolare per costumi e scenografie, enfatizzati da una fotografia colorata e brillante, e dalla grande importanza delle musiche.

In particolare nel Moulin Rouge la colonna sonora è considerata atipica nel suo genere, perchè i brani cantati non sono opere originali, eccetto uno, ma rivisitazioni di brani storici della musica pop, come “All you need is love” dei Beatles, “Roxanne” dei Police. “Your song” di Elton John, tutti  reinterpretati e riproposti per accrescere il processo artistico del regista.

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Luhrmann fa parte della corrente post-moderna dove luoghi, storie e contesti narrativi vengono sottratti dal loro luogo originario e inseriti in situazioni decontestualizzate.

E’ un genere che odi o ami, talmente particolare che ne rimani comunque colpito; che ti trascina completamente nella storia in un’evoluzione di immagini e scene, oserei dire, geniali.

Superati i primi dieci minuti, in cui  occorre capire ed immergersi nella visione del regista, riesci ad entrare quasi nella storia, a vivere con i personaggi  l’amore, i grandi principi, il divertimento, la tragedia; a ridere, emozionarti e piangere con loro.

“ Amore? Amore… io credo soprattutto nell’amore. L’amore è come ossigine, l’amore è una cosa meravigliosa, ci innalza verso il cielo! Tutto quello che ci serve è amore.”

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