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A spasso per Cefalonia
Scuro Chiaro

A spasso per Cefalonia

Cefalonia

Cefalonia, finalmente il momento delle vacanze è giunto!

E vacanze siano!
Quest’anno Grecia, o meglio l’isola di Cefalonia.

Non è la prima volta che vado in Grecia, ma Cefalonia si rivela un po’ diversa dalle altre isole della Grecia.

Prima di tutto si rivela un isola molto verde e ricca di acqua; una grande varietà di spiagge; paesaggi molto mediterranei.

Mi sembra che in quest’isola si senta maggiormente l’influenza e il legame con l’Italia.
Un legame che origina dall’Impero Romano, dal governo veneziano fino ai recenti fatti della 2° guerra mondiale.

Sapete quel detto “una faccia, una razza”? Qui si coglie, si sente, la intrinseca verità di questo detto.
Anche un vecchietto, proprietario di uno dei tanti negozi di souvenir di varia natura, quando si è reso conto che eravamo italiani (non era particolarmente difficile)) si è commosso pensando e parlandoci della sorella di sua moglie che aveva sposato un soldato di Padova.

Così come la signora responsabile della casa dove alloggiavamo, che ci ha coccolati portandoci marmellate fatte da lei, la crostata per la colazione del primo mattino… (un saluto affettuoso a Caterina con sua figlia Angela e sua sorella Dionisa, sono state degli anfitrioni perfetti!)
E’ proprio questa signora che ci suggerisce, l’ultimo giorno del nostro soggiorno, di recarci ad una festa del paese.

E noi decidiamo di darle ascolto!

E’ una festa semplice, alla buona, come potrebbe essere quella che organizza la mia parrocchia.
C’è la brace con souvlaki a volontà, il formaggio Feta…
C’è un gruppo musicale e un gruppo (amatoriale, molto amatoriale) di danzatori.

Dopo un iniziale sottofondo musicale in cui i musicisti sostanzialmente si accordano e testano i suoni, i ritmi (chiamarlo un sound check, mi sembra altisonante), viene introdotto questo gruppo di ballerini, come dicevo molto caserecci (sembrano essere un gruppo di paesani che ha impiegato il suo tempo a preparare questa danza, compresi i costumi fatti in casa), che eseguono una “quadriglia”, suona così anche in greco!
Il ballo è molto simile ad una delle nostre danze popolari.

Terminato questo unico ballo del gruppo di danzatori, il gruppo musicale, a cui si è aggiunto una cantante e un musicista con uno strumento che è un incrocio tra una chitarra ed un mandolino, credo che il suo nome sia mandola, cominciano a suonare una cumparsita e parte un unica coppia che balla un tango improbabile.
Questo primo brano, passa un po’ tra l’indifferenza di tutti, probabilmente è stato suonato in onore degli eventuali ospiti turisti.
In realtà noi turisti, siamo un assoluta minoranza, a parte noi quattro, ci saranno forse altre tre o quattro coppie, tutti gli altri sono paesani.
Infatti o musicisti subito dopo qusto tentativo di ballo “moderno” partono con musiche locali.

E qui… qui si scatena la festa!
Premesso che fin qui le musiche che ci è capitato si sentire alla radio, erano sempre malinconiche, sembra che raccontino sempre storie un po’ disperate.
Ora , qui, invece sembrano essere insolitamente allegre, la musica ha toni e ritmi che richiamano molto musiche arabe e dei Balcani ( in alcuni tratti sembra di ascoltare le musiche dei film di Kusturika).
Partono alcune dame, capitanate da una che sembra un po’ una professionista del ballo (indossa persino scarpe da ballo, mentre la maggior parte delle altre indossano sandali e addirittura ciabatte) e anche alcuni uomini (sorpresa!! Di solito gli uomini sono restii al ballo!), anche qui guidati da uno che sembra sapere bene il fatto suo.

Insomma in pochi istanti lo spazio che, con un titolo un po’ altisonante, chiameremo pista, si riempie di una umanità molto varia, signore e signori di mezz’età e anche un po’ più attempati, trentenni, giovani ragazzi e anche adolescenti o poco più, persino alcuni bambini.
Tutti si tengono per mano e, al cambiare della musica, con le mani sulle spalle, oppure incrociate davanti, in un cerchio che si trasforma a tratti in un lungo serpente che si avvolge e si snoda.
Il ballerino maschio (quello più esperto che si è messo a capo di questo cerchio/serpente) ogni tanto esegue dei passi un po’ acrobatici, con salti e sforbiciate delle gambe.
Tutti ballano, è veramente un’espressione corale di tutti i presenti, i passi non sono complessi, e così ci facciamo coinvolgere anche noi ed entriamo nel cerchio.

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Nessuno si stupisce, anche se siamo palesemente dei turisti, le braccia si aprono e ci accolgono nel cerchio.

Come dicevo, i passi sono semplici e ripetitivi, fai presto ad inserirti, anche se quando, finalmente, ti muovi con un po’ più di sicurezza, il capofila introduce un passo indietro, oppure un incrocio, un saltello e tu ti ritrovi improvvisamente a incespicare finché non assimili la nuova sequenza.

Ad un certo punto la musica sembra fare una pausa, le persone si allontanano dalla pista, ma subito riprende una melodia più lenta, più neniosa, più malinconica e si alzano da una lunga tavolata (dove sembra che ci siano le “personalità “del paese) quattro maschi, diciamo non giovanissimi, si portano sullo spiazzo.

Tutti gli altri si mettono in cerchio accucciati e uno di questi quattro inizia a muoversi con passi irregolari, saltelli, movimenti in semicerchio, braccia larghe… gli altri battono le mani tenendo il tempo.

Dopo un po c’è un cambio e si porta al centro un altro maschio e inizia la sua danza, simile ma con interpretazioni diverse.
Da quello che capisco è una danza diversa riservata solo ai maschi.
Incuriosita sono andata a spulciare tra google e youtube e credo che si tratti di Zeibekiko.

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Credo di poter dire che abbiamo preso commiato da Cefalonia in modo degno, genuino e commovente.

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