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Amatrice, un’esperienza incredibile!

La realtà che conosciamo attraverso i media spesso e volentieri non è così “reale”… ci vogliono fare credere tante cose, ma poi se vai a toccare con mano le situazioni ti rendi conto che è tutto molto diverso… e questo ti fa arrabbiare, tanto!

L’anno scorso io con i “Clandestini” abbiamo organizzato una spedizione ad Amatrice, anzi per le precisione a San Giorgio a Cascia, volevamo portare direttamente i nostri contributi in mano alle persone, vedere coi nostri occhi quanto veramente i terremotati avessero bisogno.

Dopo mille telefonate e contatti, abbiamo conosciuto una persona meravigliosa Antonella, una signora di Roma che dedica il suo tempo ad aiutare gli altri… un cuore grande.

Così , grazie ai suoi suggerimenti e al suo supporto, siamo partiti con 3 camioncini carichi, destinazione Amatrice, Abruzzo.

Subito una curiosità, abbiamo portato fondamentalmente generi alimentari, cibo di uso quotidiano, scarpe da lavoro, lavatrici, e prodotti per l’igiene.

Arrivati ci siamo sistemati in un piccolo agriturismo, ovviamente chiuso, perchè ancora non sistemato dopo i danni del terremoto. Eravamo tutti in una stanzona con dei lettini da piscina per letto e tanta buona volontà.

Subito abbiamo diviso  tutti i beni che avevamo portato per distribuirli alle varie famiglie e poi abbiamo cominciato a girare, a conoscere le persone e le loro storie.

Molti ci hanno raccontato la loro esperienza, ancora con le lacrime agli occhi e ancora molto scossi… un vero trauma, una tragedia… perdere la casa, tutto quello che hai costruito in una vita, tutti i ricordi… tutto… senza poter combattere… senza poter fare nulla.

Molte case apparentemente sembravano a posto, non capivamo cosa potessero avere, poi andando vicino e all’interno, crepe giganti, pazzesche, che le rendevano precarie e non abitabili. Altre invece erano devastate, distrutte… vedevi l’interno, non c’erano più mura… rimanevi senza fiato.

Ci hanno chiamati “angeli” ed erano commossi quando consegnavamo loro le cibarie, non sapevano più come ringraziarci e come segno ci offrivano il vino… alla fine della giornata eravamo ubriachi di felicità!!!

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Ho notato la loro voglia di comunicare, di raccontare… non solo di essere aiutati materialmente, ma sostenuti moralmente, avevano un gran bisogno di contatto umano, come se condividere le loro storie potesse alleggerire un po’ la loro anima.

Ci hanno portato in varie città nelle vicinanze, abbiamo osservato in silenzio, quasi senza parole, quartieri distrutti, abbandonati… ancora dopo un anno una situazione tragica… in una cittadina c’era uno spiazzo, con una decina di roulotte e tante famiglie che abitavano li ormai da 1 anno, cercando di aiutarsi a vicenda e di rendere la vita un po’ meno dura.

Sono arrivati milioni di vestiti per loro, talmente tanti che non sapevano più cosa farsene, qualche aiuto dallo Stato, ma tremendamente lento e non determinante… forse tante donazioni ma non ben destinate… e così dopo un anno, 365 giorni, i terremotati vivevano ancora in condizioni pessime, cercando ogni giorno la forza per andare avanti e vedere un futuro.

Il nostro aiuto non è stato certo determinante, ma abbiamo regalato dei sorrisi veri, sentiti, un giorno di felicità ed è già qualcosa di importante per loro.

E noi abbiamo vissuto un’esperienza di quelle che ti segnano, che non puoi dimenticare nella tua vita; abbiamo provato mille emozioni diverse, ma tutte intense, vere e siamo tornati a casa FELICI, con un pezzetto di loro nel cuore!

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