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ICASTICO: LA NOSTRA INTERVISTA!
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ICASTICO: LA NOSTRA INTERVISTA!

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La nostra intervista con Icastico

Icastico ci racconta del suo percorso e del suo progetto che comprende “Alcolico”, il suo ultimo singolo, “Cristo” e un brano in lavorazione

ALCOLICO

“ALCOLICO” è scritto da Icastico, composto e arrangiato da Alessandro Presti (Dear Jack), prodotto da Sveno Fagotto al Mobsound di Milano e masterizzato da Giovanni Versari.  Accanto a Icastico (alla voce e chitarra), troviamo i musicisti Simone Bravi, Marco CiloSimone Buzi Dario Martellini.

L’INTERVISTA

Icastico: perché questo nome?

Significa “qualcosa che ritrae i tratti essenziali in modo secco e rappresentativo”. E’ un modo di scrivere e di vivere che ho tratto dalla mia passione per gli aforismi di autori con Oscar Wilde o Nietszche. Mi affascina l’idea di sintetizzare più concetti possibili dentro una sola frase.

Quando e perché hai iniziato a comporre?

Mi sono avvicinato alla musica in tenera età: sono stato un bambino e poi un’adolescente problematico nel relazionarmi con gli altri. Mi sono chiuso in mé stesso in una bolla fatta da dischi ascoltati di nascosto, lì è nato il mio progetto. Ho iniziato a scrivere le mie prime canzoni che parlavano a me della mia condizione: in quel momento è stata una valvola di sfogo e un’ancora di salvataggio importante la musica.

Tu hai iniziato prestissimo, a 14 anni, a fare concerti live: quanto ti è mancato in questo periodo il pubblico?

Negli ultimi mesi facevo tre serate a settimana e ogni volta che ci si esibisce comporta che tutta la giornata è dedicata al concerto. Fare tante serate è bello quanto logorante: la prima settimana di quarantena ho tirato un sospiro di sollievo, alla seconda già mi mancava quel pezzo fondamentale della tua vita.

Quali sono i dischi che ascoltavi di nascosto?

Il disco che mi ha fatto scoprire che funzione ha per me la musica è stato “Americana” degli “Offspring”: non avevo idea di che cosa fosse lo Skate punk, ricordo che è stato come mi fosse esploso un’aforisma nel cervello. Sono rimasto immobile a fissare il vuoto con la bocca aperta.

Poi c’è stato un altro disco così: Nevermind dei Nirvana! Stessa cosa anche se meno intesa per Meteora dei Linkin Park e Toxicity dei System of a Down.

Alcolico: quale messaggio vuole dare? E come è nata?

Alcolico nasce da due momenti di stop forzato dall’alcol, in quel momento mi sono reso conto dell’uso che ne facevo e del fatto che fosse per me una stampella emotiva.

Questo brano è una scusa per parlare delle dipendenze, di cui ci serviamo per apparire diversi a quello che siamo perché l’incontro con gli altri e soprattutto con noi stessi ci terrorizza.

Credi che la musica abbia un ruolo importante nell’affrontarsi?

Non tutta la musica (e l’arte in generale), quella che cerco di fare io ha proprio questo scopo: mettere uno specchio davanti a chi ascolta. In questo modo cerco di evidenziare le contraddizioni per aiutare le persone ad incontrarSi; per questo spesso le persone si incazzano quando ascoltano i miei brani.

Ci anticipi qualcosa del prossimo singolo?

Il titolo non è ancora definito, ma il prossimo singolo sarà un attacco ancora più frontale alla società. Con Cristo e Alcolico completerà la trilogia.

Qual è il tuo obiettivo?

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Arrivare a più persone possibile con il mio messaggio. Mi interessano le persone, voglio parlare con loro.

C’è una frase che ti rappresenta?

Ti anticipo una frase di una canzone che ho sritto pochi giorni fa:

“Io cambio whisky tu cambi capelli,

io mi rinchiudo dentro al mio castello e non mi muovo da qua,

neanche se viene Dio in persona a dirmi smettila che ci posso fare,

e si ritorna all’amore dite che sono morto tanto tempo fa”

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Foto di Ilaria Fochetti

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