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Lettera a Vittorio Matteucci
Scuro Chiaro

Lettera a Vittorio Matteucci

Vittorio Matteucci

“Parole che non ti ho mai detto: lettera a Vittorio Matteucci”

Ciao Vittorio,
ti scrivo questa lettera perchè… Non lo so nemmeno io perché ti scrivo… E un po’ mi fa paura! Io innamorato perso dei tuoi personaggi che vivono ogni sera il grande palco! Sai mi ispiro molto a te e mi ritengo molto fortunato nell’averti potuto conoscere. Mi colpiscono sempre le tue lezioni precise, determinate e piene d’amore in quello che fai. Anni di studio e di dedizione a questa carriera meritata ti hanno portato ad essere l’attore che io sogno di diventare. A volte mi chiedo se tutto questo avverrà mai un giorno. Mi prometto sempre di impegnarmi ma, sai, a volte il mio lavoro e le situazioni della vita me lo impediscono. Faccio una gran fatica ad inseguire quello che un tempo era per te un sogno. Ma non per questo voglio mollare o mettermi da parte per darla vinta ad un mondo di schematismi e situazioni pronte all’uso. Voglio continuare a vivere di emozioni, sognare e realizzare ciò che la mia mente ed il mio cuore vuole da sempre! Avere 34 anni non è un limite vero? Perche’ in realtà il mondo non la pensa cosi! Vorrei solo avere la mia occasione, come direbbe il grande Renato Zero… “Il mio momento”.
Lo so, sono un po’ monotono ma credo di doverti un grazie: per avermi fatto tornare la voglia e la passione di stare su un palco. Ci sono cose che non si dimenticano mai. Questa è una di quelle. Non dimenticherò tanto facilmente i tuoi occhi pieni di gioia nel vederci costruire insieme a te una performance, godere di ogni nota, sognare come bambini ad ogni brano e vivere le emozioni di chi sa fare questo difficilissimo lavoro. Non dimenticherò le tue performance da brividi ogni volta in Notre Dame, Romeo e Giulietta, I promessi sposi e tanti altri spettacoli. 9 anni di palco ininterrotti. 9 anni d’amore per la musica (anche se sono cominciati molto ma molto presto). Dicono che i sogni a volte non possono essere raggiunti. Ma io non ci credo! Perché uno dei miei tanti è già stato realizzato.

“Trema la mia anima quando mi sfiora
il tuo pensiero.

Cerca, avida, il tuo assenso, tu che, leggera sorvoli ogni cosa
ed anche me, talvolta ti posi, rugiada sui petali rossi
del mio desiderio;
e così, contagiata tremi
e sale la febbre
ora mia,

ora tua, finalmente.” (cit. Poesia – Vittorio Matteucci)

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Grazie Papà Vittorio per ciò che hai saputo costruire e per non aver lasciato mai la mano di un bambino che desiderava sognare e vivere di emozioni.

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