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Cerco un Big al Festival di Sanremo – Parte 1
Scuro Chiaro

Cerco un Big al Festival di Sanremo – Parte 1

Festival Sanremo 2020
Festival Sanremo 2020
Festival di Sanremo 2020

Pensieri e intolleranze dopo la Prima serata del Festival della CANZONE ITALIANA

 INIZIA IL FESTIVAL

4 Febbraio 2020 ore 20,45

Ieri sera in gara 12 Big sul palco più importante per il mondo della Canzone Italiano ovvero quello del teatro Artiston di Sanremo.

Una serata non lunga, di più ma molto di più.

L’ultimo artista in gara penso lo abbia ascoltato solo la mamma neanche la nonna perché era già crollata da tempo.

Bene ma entriamo nel vivo della gara dedicandoci “con amore” ad ogni cantante… perdonate ma non riesco a dire Big!

I CANTANTI 

1 – IRENE GRANDI

Dopo una sua “insicura” discesa dalle temibili scale del palco dell’Ariston sfodera una grinta che mi spettina.

Elegantemente aggressiva e con una canzone firmata Vasco ci convince da subito.

Una splendida interprete che ci dice “quando canto sto da Dio e mi sento uno schianto”. Irene… lo abbiamo percepito benissimo.

Voto: 9

2 – MARCO MASINI

Un brano che non mi convince totalmente al momento anche se l’arrangiamento mi piace molto.

Lui elegantissimo e perfettamente in stile con la sua età e la sua personalità (non è poco per questo Festival). 

Anche se la frase: “Mi sono dato il permesso di accettare me stesso”  è a dir poco da dieci e lode.

Voto: 7  

3 – RITA PAVONE

Ma perchè? Una canzone a dir poco inutile per una grande ARTISTA come Rita Pavone.

Lei una grinta e una presenza di palco inarrivabili ma il brano assolutamente non consono all’età dell’artista che purtroppo a tratti non si riusciva neanche a capire cosa dicesse soprattutto nelle parti basse.

Pubblico in piedi ma non certo per il brano ma per la stima a lei dovuta.

Voto: 5

4 – ACHILLE LAURO

Una vergogna al Festival. Indecente e indecoroso.

Sarebbe protesta la sua? Dove sarebbe l’arte?

Un San Francesco firmato Gucci?

Se la musica è rappresentata da questi “elementi” meglio darsi tutti all’ippica.

Voto: 2  

5 – DIODATO

Splendido brano e bellissima voce.

La dimostrazione che non serve fare “il cinema” se si è veri artisti.

Lui  sobriamente elegante con una voce che ti arriva dentro e un testo davvero intenso.

Uno dei pochi brani da salvare per questa prima serata.

Voto: 9

6 – LE VIBRAZIONI

Una canzone che all’inizio risulta leggermente sotto tono rispetto alle aspettative ma la parte emotiva poi prende il sopravvento.

La presenza di un attore che ripropone il brano con il linguaggio dei sordi davvero emozionante.

Voto: 7  

7 – ANASTASIO

Perche nei giovani cantanti tutta questa rabbia tra l’altro da unire alla parola panico?

Brani sempre uguali nella tematica e nello stile.

Non parliamo della maglietta che ricordava una camicia di forza…

Voto: 4  

8 – ELODIE

E’ tornato in gara al Festival Mahmood biondo e truccatisismo.

Unico problema: il meraviglioso stile di questo artista funziona su di lui, il clone non lo trovo convincente.

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Mahmood

Elodie si muove anche come lui e a tratti l’intonazione… non è presente ! 

Voto: 5

9 – MORGAN E BUGO

All’inizio sembrava un salto nel passato anni ’80. Nel mondo dei Righeira ricordate?

Poveri fanno una grande tenerezza alla fine… la rockstar disperata assieme un po’ allo “sfigato depresso”.

Voto: 4

10 – ALBERTO URSO

Il giovane “Nonno” del Festival con una gestualità e uno stile vocale antichi anche per Domenico Modugno.

Molto elegante con un intonazione a tratti discutibile ma sempre con la “lacrima in tasca”… diciamo la versione “dei poveri” del Volo.

Che abbiano invertito le canzoni tra lui e Rita Pavone?

Voto: 3

11 – RIKI

Nella fretta ha sbagliato la taglia della giacca e ha messo quella del papà!

Una canzoncina senza troppe pretese perfettamente adatta al suo pubblico di ragazzine adolescenti disperate per i primi amori nella loro cameretta.

Senza infamia e senza lode ma almeno educato.

Voto: 6 

12 – RAPHAEL GUALAZZI

Con lui per un momento mi è tornato alla mente il mondo di Renzo Arbore.

Un brano da riascoltare ma dalle interessanti sonorità.

Lui resta un pianista indiscutibile ed ha portato sul palco dell’Ariston un momento di show garbato e davvero piacevole.

Voto: 8

Non ci posso credere è  l’una e venti  circa, non riesco a essere precisa perché sono in uno stato di assopimento. Ormai sono sintonizzati solo alcuni parenti di Amadeus e il marito di Tiziano Ferro.

Per tutto il resto del pubblico in sala e a casa è da tempo sceso un sonno profondo e non solo per l’orario.

A domani Amici.

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