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Franca Valeri ci lascia toccati i 100 anni
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Franca Valeri ci lascia toccati i 100 anni

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Muore a 100 anni da poco compiuti Franca Valeri

ADDIO FRANCA

Oggi perdiamo un altro grande pilastro del teatro, e non solo, direi del mondo culturale e dello spettacolo italiano.

Stamani, infatti alle 7,30 nella sua villa a Trevignano Romano sul Lago di Bracciano si è spenta, circondata dall’affetto della sua famiglia e dei suoi amici, Franca Valeri, al secolo Alma Franca Maria Norsa.

«Si è spenta serenamente, nel sonno. Ha conservato la sua ironia fino all’ultimo, fino a pochi giorni fa: è stata la sua chiave di vita fino alla fine».

Così ha detto la figlia adottiva, Stefania Bonfadelli.

LA SUA CARRIERA

Difficile elencare tutte le tappe della carriera di Franca Valeri.

Il suo percorso artistico inizia nel lontano 1949 fino ai suoi ultimi anni di vita.

Franca vive gli anni della seconda guerra mondiale, del fascismo e delle leggi razziali, che la toccano da vicino in quanto il padre è di origini ebraiche, ma non si farà mai intimidire dalle difficoltà. Vuole fare l’attrice e lo farà a dispetto di tutto e di tutti.

Il suo debutto sarà nella compagnia del Teatro dei Gobbi, dove esordirà nel 1949, con Alberto Bonucci, che in seguito darà sostituito da Luciano Salce e Vittorio Caprioli, che diverrà suo marito.

Durante gli anni cinquanta intraprende l’attività cinematografica ed esordisce niente po’ po’ di meno che con Federico Felini.

Negli anni reciterà con tutti i più grandi da Vittorio De Sica ad Alberto Sordi, Totò, Eduardo, Sofia Loren.

Sofia Loren e Franca Valeri

Nel 1951 pubblicherà un libro “Il diario della signorina snob”, frutto della celebrità ottenuta alla radio dall personaggio della “signorina snob” (spesso i persoonaggi di Franca Valeri, non hanno un nome prorpio, cosicché possono essere ognuna di noi.

Si tratta del racconto, in forma di diario, di un anno di vita  del famoso personaggio, narrando la vita quotidiana, le frequentazioni, le vacanze.

Negli anni sessanta viene diretta ed è anche coautrice delle sceneggiature, dal marito Vittorio Caprioli in alcune commedie.

Diviene poi anche una delle figure irrinunciabili dei varietà televisivi degli anni sessanta, spesso diretta da Antonello Falqui, come Studio Uno e Sabato Sera.

la Sora Cecioni

Partecipa anche negli anni settanta a numerosi sceneggiati televisivi Rai.

Nel 1974 scrive e interpreta la miniserie in quattro puntate Sì, vendetta…, diretta da Mario Ferrero. La vicenda è una riflessione sul mondo degli anni settanta, sui cambiamenti avvenuti in seno alla società italiana in conseguenza alla rivoluzione sessuale, vissuta attraverso gli occhi di una signora borghese e della di lei figlia hippy. Ogni episodio infatti affronta un argomento diverso attraverso personaggi femminili, in parte già affrontati precedentemente da Franca Valeri nei suoi sketch.

Dal 1989 fino al 1993 nell’ampio spazio all’aperto del Museo della Civiltà Romana, vengono organizzate e prodotte le stagioni Eurmuse dal regista Massimiliano Terzo in collaborazione con Franca Valeri, grande appassionata di opere liriche, e il direttore d’orchestra Maurizio Rinaldi, divenuto anche suo compagno di vita.

Ancora non contenta compare in alcuni episodi della serie televisiva” Linda e il Brigadiere” accanto a Nino Manfredi. E ancora nella miniserire “come quando fuori piove”.

Nino Manfredi e Franca Valeri

Ritorna anche al varietà partecipando a “La posta del cuore” riportando in auge il personaggio della “Sora Cecioni”.

Inoltre Franca Valeri è stata autrice di commedie di successo: Lina e il cavaliere, Tosca e altre due, per citarne alcune e l’ultima di cui era anche protagonista “La vedova Socrate”.

Ha scritto ancora una breve autobiografia “Bugiarda no, reticente” e un libro insieme a Luciana Littizzetto “L’educazione delle fanciulle”.

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CONCLUSIONE

Come si vede una vita artistica ricca, poliedrica, sempre lanciata un passo avanti.

La sua ironia, elegante ma affilata.

Il suo sguardo curioso, attento.

Uno spirito determinato e libero che l’ha portata ad intraprendere la carriera artistica da autodidatta (non riuscì infatti ad entrare all’Accademia).

La forza che l’ha condotta fino al traguardo del secolo è stata la curiosità per l’animo umano e il suo destino.

Una curiosità che si esprimeva in una frase:

«Voglio proprio vedere cosa c’è dall’altra parte».

Cara Franca ora dall’altra parte sei giunta, tranquilla, serena, quasi in punta di piedi.

Peccato che ora tu non possa farcene un racconto con tua solita arguzia ed ironia!

Siamo sicuri che avrai trovato qualche ironico appunto  da fare a chiunque tu abbia trovato ad attenderti di là.

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