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SEGNALI D’ALLARME – LA MIA BATTAGLIA – RECENSIONE
Scuro Chiaro

SEGNALI D’ALLARME – LA MIA BATTAGLIA – RECENSIONE

3 luglio – 8 luglio 2020

Teatro Franco Parenti

Con Segnali d’allarme per la prima volta, dopo 4 mesi, mettiamo piede in un “teatro”, vero!

Una sala con un palco delle poltrone, seppur separate ogni due da un pannello di plexiglass.

Ma nonostante si sia finalmente all’interno di un teatro, lo spettacolo sarà qualche cosa di originale e di diverso dal solito.

Si tratta infatti di uno dei primi esperimenti mondiali di  teatro in realtà virtuale.

Gli spettatori vengono dotati di visori, degli occhiali immersivi e di cuffie e potranno assistere, con una visone a 360 gradi, ad una pièce teatrale che è stata ripresa in un altro teatro, vi assiste dalle prime file immergendosi completamente in questo spettacolo che si svolge, ma in realtà è già avvenuto, davanti ai suoi occhi.

LO SPETTACOLO

Lo spettacolo è dunque SEGNALI D’ALLARME che è la trasposizione in realtà virtuale de LA MIA BATTAGLIA, tratto dalla traduzione italiana di un famoso libro, che non voglio rivelarvi perché sarebbe un po’ spoilerare il crescendo e finale dello spettacolo ed anche rovinare l’intento di questo esperimento di teatro virtuale.

L’attore-mattatore è Elio Germano, ripreso da sei obiettivi, per poter realizzare questa impresa.

Le riprese sono state realizzate allo Spazio Tondelli di Riccione il 28 febbraio 2019.

Segnali d’allarme inizia con Germano che spunta tra il pubblico ed inizia a parlare di questa nostra realtà, di che cosa è diventata la società.

Cerca di individuare quali sono i problemi che ci hanno portato alla situazione attuale.

Un bisogno di ritornare alle competenze, a quello che il soggetto sa fare e non quello che cerca di far apparire, si giunge a parlare di responsabilità, di democrazia, di masse, di leader, del valore dell’autorità.

Via, via è un crescendo di analisi e appelli appassionati, trascinando e convincendo il pubblico.

Parte da un analisi semplice e chiara della realtà, dei malumori, dei bisogni portando piano piano il pubblico da un convincimento all’altro fino ad una sorprendente, ma forse non tanto, conseguenza finale.

Una dimostrazione in fondo della possibile manipolazione a cui ognuno di noi come pubblico, come folla, può essere sottoposto e venir trascinato senza quasi accorgersene.

Elio Germano in 70 minuti in modo volutamente provocatorio tenta di dimostrare come non sia facile mantenere lucidità, obiettività e razionalità di fronte agli slogan e alla gratificazione degli applausi

AUTORI ATTORE REGIA

Come dicevamo Segnali d’allarme è uno spettacolo che è la trasposizione in realtà virtuale di La Mia Battaglia, è stato scritto da Elio Germano e Chiara Lagani.

Diretto e interpretato da Elio Germano.

Regia Elio Germano e Omar Rashid.

È una trasposizione, non una ripresa, di uno spettacolo, è un progetto creato ad hoc, con le accortezze del caso, sia di testo, che di scrittura, il disegno le luci, le comparse.

Un’esperienza tra immaginario e reale, capace, attraverso i visori, di esplorare nuovi scenari, e portarci in un territorio tutto da (ri)scoprire.

VR (Realtà Virtuale) si tratta di una sfida, di un esperimento, di un gioco con gli spettatori che diventa gioco nel gioco, metateatrale e metacinematografico insieme.

Omar Rashid è un artista, assistant designer (lo è stato per Givenchy e Zoo York) regista e produttore toscano, che, dalla laurea al Polimoda di Firenze  è giunto fino all’idea di fare il salto nell’audiovisivo, fondando così Gold, un progetto multimediale ad ampio raggio

Qualche anno fa, ha scoperto la Virtual Reality e ne ha assimilato il linguaggio, tanto da aver creato, insieme a Elio Germano, uno degli spettacoli–evento degli ultimi tempi.

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Elio Germano lo conosciamo, grande ed ecclettico attore, qui si presenta come un amico un attore che chiacchera con te tra le file di poltrone della platea, che interagisce con il pubblico, e che pian piano ti introduce in un ragionamento fino poi a trasformarsi in altro.

CONCLUSIONE

Segnali d’allarme: uno spettacolo, potrei dire degli opposti.

Si rientra finalmente in un teatro, seppur distanziati, ma si vivrà un esperienza individuale, ognuno isolato nella sua realtà virtuale dal visore e dalle cuffie.

Si entra in un teatro per assistere ad uno spettacolo teatrale che è registrato ed avviene in un altro luogo.

Si entra in un teatro per vedere una proiezione e ci si trova proiettati in un…altro teatro.

Completamente concentrati, forse abbiamo trovato il modo per fa si che gli spettatori siano concentrati sullo spettacolo e non facciano uso dei cellulari!

Battuta a parte, sei costretto a girarti seguire Germano che si muove tra il pubblico, scambi sguardi con un vicino di poltrona che non conosci, che sai che non è reale e al tempo stesso lo è.

Anche il tema della lunga chiacchierata che pian piano si trasforma in un comizio è in qualche modo una dimostrazione della capacità della dialettica, del potere della comunicazione, parte da alcuni punti per giungere ad una conclusione che potrebbe sembrare sorprendente, ma che forse non lo è.

La dimostrazione che la realtà non è semplice, non ha un’unica faccia d è semplicistico e riduttivo trasformare il tutto in pochi slogan.

Insomma uno, come lo vogliamo chiamare? Spettacolo? Evento? Film? Teatro? O forse un po’ di tutto questo sicuramente di grande interesse e che pone molte domande, che lascia allo spettatore il compito di cercare delle risposte.

Qui sotto potete visionare anche un intervista ad Elio Germano e Omar Rashid.

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