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ANGELO DURO DA VIVO – La nostra recensione!
Scuro Chiaro

ANGELO DURO DA VIVO – La nostra recensione!

ANGELO DURO
DA VIVO

13 gennaio 2020
Teatro Manzoni

• PRESENTAZIONE
• LO SPETTACOLO
• IL PROTAGONISTA
• CONCLUSIONI

PRESENTAZIONE

Dopo un grande successo di pubblico e di critica con il precedente spettacolo teatrale, torna con un nuovo live show Angelo Duro con la sua comicità dissacrante.
Doveva prendere il via nell’ultimo mese di ottobre, ma per un problema di salute è stato rimandato il tour e la prima data è stata il 13 gennaio, toccherà poi diverse città italiane, per tornare a Milano sempre al Teatro Manzoni il 21 aprile.

LO SPETTACOLO

Palco “nudo”, un microfono, un faro e lui sul palco in abiti a dir poco casual.

Un monologo lungo quasi due ore dove Angelo Duro, palermitano, ex Iena, non risparmia niente e nessuno.

Con toni che risultano spesso indisponenti, antipatici, cinici, sicuramente politically scorect ne ha per tutto e per tutti.

Si passa da la scarsa civiltà delle persone nelle camere d’albergo alle false conoscenze su temi come l’infezione da HIV; dai gay, l’emarginazione, il razzismo, all’omofobia, il femminicidio, la disoccupazione; dalle difficoltà di comunicazione alle relazioni tra uomo e donna e il sesso.

Tocca tutte queste tematiche Angelo con frasi spesso dure, paradossali, apparentemente ciniche.

E’ una comicità spiazzante che spesso lascia perplessi se sia cosa di cui ridere o piuttosto indignarsi.

Ed infatti la sala, peraltro piena, quasi in over booking, ride ed applaude un po’ a “macchia di leopardo”

CAST

Angelo Duro, 37 anni, palermitano, è noto come personaggio dello spettacolo Le Iene, in cui è entrato a far parte nel 2010, inizialmente come il cantante senza pubblico, interpretando poi alcuni altri personaggi, affinando sempre più questo suo aspetto un po’ cinico, un po’ antipatico, un po’ rissoso.

In questo spettacolo si esprime al meglio, grande capacità di tenere agganciato il pubblico, pur usando ed osando formule e frasi che potrebbero suscitare irritazione o fastidio.

Riesce invece a suscitare la risata, forse perché ha il coraggio di dire cose “scorrette”, ma che forse ognuno di noi almeno una volta nella vita ha pensato.

CONCLUSIONE

Uno spettacolo che mi ha lasciato perplessa, perché ho molto faticato a dargli un’ubicazione.

Uno spettacolo comico? Si certamente si ride.

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Uno spettacolo di denuncia? Anche! Perché il modo con cui vengono affrontati i diversi temi, è si ironico, ma anche in qualche modo indignato e forse rassegnato.

In qualche modo Angelo, con i suoi toni acidi e disillusi, mette in luce lati oscuri che appartengono un po’ a tutti noi.

E questo fa ridere, ma anche lascia un fondo di amaro, di tristezza, mentre scopri che un po’ ti ci rispecchi.

Scopri che forse anche tu spettatore sei un po’ un “odiatore”, un “rissoso” come il personaggio che presenta Angelo.

Ho trovato la sua comicità un po’ una “contaminazione” come si dice oggi, tra “l’automobilista incazzato nero” di Gioele Dix e i personaggi di Checco Zalone con in più un pizzico di rabbia e rassegnazione.

Sicuramente con un pregio, che esci dallo spettacolo e ti fai tante domande e questa è sempre una grande ricchezza.

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