Di recensioni sui dischi di Caparezza ce ne sono tante, sicuramente più puntuali, pertinenti e profonde di questa che sto per scrivere. E così, ci tengo a precisare che questa non è una recensione canonica ma piuttosto il tentativo di raccontare un artista che mi sorprende, ogni volta che lo ascolto, per la profondità dei suoi testi, i riferimenti culturali, l’uso di giochi di parole perfetti per veicolare un contenuto mai banale o scontato.
Partiamo ad esempio da alcuni titoli delle canzoni dell’ultimo album, “Prisoner 709”. Oltre alle due canzoni ormai arcinote che sentiamo suonare in radio, “Una chiave” e “Mi fa stare bene” vi racconto le mie preferite:
”Prosopagnosia”
Già vi sfido a dirmi che cosa significa questa parola e confesso che ho dovuto documentarmi con il dizionario anche io. Se non volete fare questo sforzo, ecco la definizione di Focus:
Prosopagnosia è l’incapacità di riconoscere le facce delle persone e, nei casi più gravi, di distinguere la propria immagine in fotografia. Detta anche cecità per i volti, colpisce il 2% della popolazione e può manifestarsi alla nascita o sopravvenire in seguito a un danno cerebrale (trauma, ictus, malattie degenerative).
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Un titolo perfetto per descrivere una condizione autobiografica in cui Caparezza non riconosce più sé stesso. Ma non è solo il tecnicismo del titolo a rendere l’immagine perfetta di ciò che l’autore prova, nel testo ci sono tantissimi riferimenti letterari a situazioni simili. Magistrale è il parallelismo con il film 8 ½ di Fellini (thanks Wikipedia per la trama. Andatevi a cercare anche chi è Oblomov, già che ci siete. Questo lo lascio fare a voi come compito perchè altrimenti è tutto troppo facile…
“ La caduta di Atlante (Il peso – Sopruso o giustizia)”
Questa canzone racconta attraverso l’analogia con la mitologia greca un’altra esperienza personale di Caparezza. Zeus, Dike, Altante sono i personaggi di una storia tanto antica quanto attuale in cui tutti potremmo riconoscerci. Così oltre a cantare a squarciagola si potrebbe andare a rispolverare le nostre polverose nozioni di letteratura greca o acquisirle ex novo, nel caso non l’avessimo mai studiata. Un po’ di cultura non fa mai male.
Confusianesimo (Il conforto – Ragione o religione)
Confusianesimo è la mia preferita, sarà il ritmo travolgente, sarà il ritornello martellante, sarà che descrive la condizione dell’uomo contemporaneo.
Ma a dispetto della giocosità ritmica della canzone i temi affrontati non sono banali e Caparezza fa riferimento non solo ai dogmi del culto ufficiale ma anche alle sette, ai pensatori o ai filosofi, che nel corso della storia hanno tentato di dare risposte nuove alle domande universali. Per fare qualche nome: Osho, Terzani, Jonestown, Buddha, Rastafarianesimo e… ascoltatevi la canzone!
“L’infinto (La finestra – Persone o programmi)”
Chiaramente ispirato all’Infinito di Leopardi, ma attenzione al gioco di parole: questo è l’infinto (finto) perché tutto è meglio finto e Caparezza nel pensier si finge, come il poeta Giacomo, arrivando alla conclusione, o alla premessa, che solo nella finzione troveremo l’umanità.
Nell’album ci sono molte altre canzoni, che potrebbero magari piacervi di più. Io vi invito ad ascoltare tutto l’album e se vi va dirmi la vostra.