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EZIO BOSSO e la STRADIVARI CHAMBER ORCHESTRA
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EZIO BOSSO e la STRADIVARI CHAMBER ORCHESTRA

31 marzo |  Ezio Bosso al Conservatorio Giuseppe Verdi Eventi a Milano

Ezio Bosso in concerto con la sua “Stradivari Chamber Orchestra” e tre solisti d’eccezione: Anna Tifu al violino, Enrico Dindo al violoncello e il giovanissimo musicista cinese Antonio Chen Guang al pianoforte
L. van Beethoven, Leonore Ouverture n.3
L. van Beethoven, Triplo Concerto op.56
L. van Beethoven, Sinfonia n.5 in do min. op.67

Un normale concerto!

Normale?  Quando c’è Ezio Bosso nulla è normale, tutto acquista una luce di bellezza che ti illumina e ti lascia mutato, forme un po’ migliore.

Cominciamo dalle sue scelte degli interpreti:
La “Stradivari Chamber Orchestra” è nata solo un anno fa, ma è già arricchita dalla pubblicazione discografica internazionale dell’omonimo album Sony Classical, nonché da importanti debutti nelle più prestigiose sedi concertistiche italiane.

I tre interpreti solisti Anna Tifu, classe ’86 vincitrice nel 2007 del prestigioso concorso internazionale George Enescu di Bucharest è considerata una delle migliori interpreti della sua generazione;

Enrico Dindo classe ’65 figlio d’arte, inizia a sei anni lo studio del violoncello, si perfeziona con Antonio Janigro e nel 1997 conquista il Primo Premio al Concorso “ROSTROPOVICH” di Parigi.

“… è un violoncellista di straordinarie qualità, artista compiuto e musicista formato, possiede un suono eccezionale che fluisce come una splendida voce italiana”. (Mistislav Rostropovich)

Come si vede le premesse per un concerto indimenticabile ci sono tutte.

Antonio Chen Guang classe ’94 e una formazione tra New York, Imola e Vienna, già vincitore di concorsi internazionali.

E poi c’è Ezio!

Già il suo ingresso sul palco porta un onda di energia e di gioia.
Seduto sulla sua carrozzina, spinto da un aiutante, la bacchetta puntata al cielo, l’altra mano che saluta con entusiasmo i suoi orchestrali, il pubblico.

Lo aiutano a sedersi su una sedia appositamente preparata per lui sul palco del direttore, una figura esile sempre più magra ed emaciata, ma carica di una vitalità entusiasmante.

E si comincia, il maestro Bosso, dotato di memoria eidetica, dirige tutto senza spartito, e per fortuna perché si fa prendere e trasportare completamente dai momenti musicali, pur non perdendo mai il controllo dei singoli elementi, e quindi si slancia, si sbraccia, se ci fosse il leggio con lo spartito volerebbe!

Già al termine del primo brano – Leonore Ouverture n.3 – il pubblico è in piedi ad applaudire entusiasta.

Qualche attimo di pausa per permettere agli operatori di portare il pianoforte al centro, pronti per il secondo brano – Triplo Concerto op.56 – ed entrano i tre solisti, brevi attimi per accordare gli strumenti, e nuovamente la musica scaturisce ora lieve, delicata, ora intensa, vibrante.

Una gioia per le orecchie, ma anche per gli occhi. E’ affascinante vedere come la musica si impossessi, in qualche modo, dei corpi dei musicisti e li trasformi.

Anche al termine di questo brano, il pubblico è entusiasta, in piedi, applaude così tanto , che Bosso decide (e credo che sia inconsueto a metà concerto!) di concedere un bis con il trio di artisti e l’orchestra.

Un breve intervallo, anche per dare modo di spostare nuovamente il pianoforte e risistemare le sedie per l’orchestra, e si riprende con l’ultimo pezzo – Sinfonia n.5 in do min. op.67.

E se fino a qui era stato bello, questo è qualche cosa di superlativo.

Se qualcuno conosce Ezio Bosso e la sua musica, sa che sia quando si tratta di brani di sua composizione, sia quando interpreta altri musicisti, pur essendo sempre molto preciso e scrupoloso, la sua è una musica sempre molto viscerale, guidata dalle emozioni.

Il piano, il delicato e sempre molto delicato, quasi un sospiro dell’anima, i crescendo, i forti o fortissimi sono spesso un tornado di vibrazioni che travolge chiunque lo ascolti, lo ingloba nel suono, lo trascina sulle alte vette per poi planare e tornare sulla terra.

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Tutto questo lo ha trasferito negli orchestrali, nel interpretazione della V sinfonia (chi non la conosce?!), eppure in qualche momento sembrava quasi una cosa nuova.

La straordinaria capacità di far suonare l’orchestra come veramente un unica voce e nello stesso tempo ha saputo valorizzare e far risaltare ogni singolo strumento regalando ad ognuno piccoli attimi di unicità.

Tutto teso a far volare il suono, così coinvolto travolto dalla musica, che almeno in un paio di occasioni, proprio come se le onde sonore fossero ali, si è sollevato dalla sedia restando per brevi attimi in piedi.

Inutile dire che al termine il pubblico era veramente entusiasta ed anche commosso.

E poi, la sua straordinaria umanità!

Continuando a dare le spalle al pubblico, dopo aver fatto alzare tutta l’orchestra per prendere i meritati applausi, con un tocco di bacchetta ha fatto alzare singolarmente i musicisti, perché venissero, applauditi.

Gli abbracci, intensi, commossi, come tra fratelli tra Bosso e i vari musicisti.

Anche tutto questo fa parte della bellezza del concerto, perché è la bellezza della musica che ti rimane dentro e ti fa cogliere la meraviglia dell’unità!

Credetemi è un esperienza, difficile da raccontare a parole, assolutamente da vivere!

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