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Fuggi la terra e le onde: Lino Guanciale ai Bagni Misteriosi
Scuro Chiaro

Fuggi la terra e le onde: Lino Guanciale ai Bagni Misteriosi

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IL MARE, L’AVVENTURA, IL FASCINO E LA PAURA.

FUGGI LA TERRA E LE ONDE

PRESENTAZIONE

Nello spazio affascinante, notturno e misterioso dei Bagni misteriosi, tutti raccolti, ma distanziati (!) ad ascoltare un breve viaggio fatto di parole, di racconti sul mare e sull’uomo che lo solca affascinato, ma anche timoroso, in cerca, in cerca di che cosa?

LO SPETTACOLO
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Fuggi la terra e le onde: un percorso immaginato e costruito da Lino Guanciale, ispirato proprio dal momento di sospensione e di assenza che, soprattutto il popolo dello spettacolo in tutte le sue diverse funzioni, ha attraversato in questi mesi.

Il mare come elemento naturale, che cos’è? Cosa rappresenta?

Da secoli, da sempre attrae e nello stesso tempo terrorizza.

Da qui parte Guanciale e da una prima citazione di Josep Conrad:

“Il mare non è mai stato amico dell’uomo. Tutt’al più, da Odisseo a noi, è stato complice della sua irrequietezza.”

Il mare è fuga da un mondo, una realtà ormai oppressiva per raggiungere, la salvezza, una nuova vita, la felicità.

Così, passando da leggende molto antiche, di origini arabe, ai detti e credenze di diversi popoli, storie popolari, ritrovate in testi quasi sconosciuti ed un po’ ritradotti, a brani più noti come il canto d’inizio dell’Eneide nella sua originale scrittura, ma anche in traduzioni più recenti e moderne (come quella per esempio di una studentessa liceale ), ad un altro canto dell’Eneide che parla di perdite, di sacrifici richiesti dal mare (la morte di Palinuro).

Tutti questi estratti, magistralmente introdotti e recitati da Lino Guanciale ci parlano dello stupore e timore di fronte a questo elemento naturale che nasconde vite sconosciute, che può essere fonte di vita e nutrimento, fonte di meraviglia e di bellezza, ma anche fonte di timore, paura e morte quando si agita e si scatenano tempeste, tifoni, uragani.

Ci parlano di come l’uomo cerca di darsi una spiegazione, cerca di conoscerlo e comprenderlo, sperando di poterlo controllare, ma proprio questo è impossibile.

E di fronte al mare ogni uomo ricco, povero, sapiente o ignorante, nobile o plebeo, ogni uomo è ugualmente inerme e disarmato; di fronte al mare tutti uguali.

Si giunge infine ad un ultimo racconto, più odierno, che sempre racconta di mare, di fuga, di ricerca di una vita migliore, della felicità e di tributi pagati al mare.

Fuggi la terra e le onde: una storia contemporanea e vera, Guanciale in parte riassume ed in parte racconta la storia di Alì Ehsani, ragazzino Afgano di Kabul ( di cui è stato scritto anche un libro “Stanotte guardiamo le stelle”).

Quasi questo piccolo ragazzino fosse un novello Enea, che fugge da una patria in guerra e ormai distrutta, che procede a tappe, con mille difficoltà, procede per traiettorie discontinue, fino a giungere alle rive di una nuova terra, senza più niente, se non l’ostinato desiderio di ripartire, di costruire una vita nuova e felice, per se e per onorare chi ha sacrificato la vita per portarlo fin li.

Fuggi la terra e le onde è accompagnato da alcuni brani musicali che hanno a tema, ovviamente, il mare, in particolare “Come è profondo il mare” di Lucio Dalla, che Lino Guanciale in un momento della sua recita canta anche, in tono quasi sommesso, senza alcun accompagnamento, quasi fosse una storia che racconta a se stesso.

LINO GUANCIALE

Lino Guanciale, di lui c’è poco da dire, o meglio c’è così tanto da dire che non si sa da dove iniziare.

Volto molto not,o così come è molto nota la sua bravura.

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Attore di teatro, prima di tutto, attore cinematografico e di molte serie televisive (che sono forse quelle che l’hanno reso famoso al vasto pubblico), ma anche direttore artistico del teatro Marsicano.

Impegnato in diverse attività sociali in Italia; da alcuni anni testimonial del Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, ha partecipato, oltre che ad alcune campagne in Italia, a brevi missioni in Libano e in Etiopia.

Sarà forse per queste sue esperienze, oltre che per la sua indiscussa bravura, che l’ultima parte dello spettacolo, il racconto del piccolo Alì, è stata incredibilmente intensa ed emozionante.

CONCLUSIONE

Fuggi la terra e le onde è un viaggio per mare intenso, affascinante e pieno di emozioni.

Emozioni legate al contenuto dello spettacolo, ma legate anche a quel sentimento che in tutti questi spettacoli della ripresa si coglie.

La felicità quasi tremante di chi ritorna sul palco, di chi resta dietro o sotto al palco, lavoratore nascosto, di chi è seduto di fronte al palco.

Come giustamente ha commentato Lino Guanciale al termine della rappresentazione, loro tutti lavoratori dello spettacolo avevano bisogno di tornare sulle scene, ma anche noi, pubblico, ne avevamo bisogno.

Perché, come ha sottolineato Andrée Ruth Shammah, noi non siamo solo corpo, non dobbiamo curare solo il corpo, noi siamo anche altro e dobbiamo curare anche questo altro e il teatro è una delle cure migliori.

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