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HOLLYWOOD: LA NOSTRA RECENSIONE
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HOLLYWOOD: LA NOSTRA RECENSIONE

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La nostra recensione della nuova serie Netflix

PRESENTAZIONE

Hollywood è una miniserie di sette puntate ideata e sceneggiata da Ryan Murphy e Ian Brennan. E’ stata prodotta dalla Ryan Murphy Productions ed è uscita su Netflix Italia il 1 maggio 2020.

A causa dell’emergenza Covid 19 non è stato ancora possibile doppiarla in italiano, perciò è per ora solo disponibile in inglese con i sottotioli in italiano.

RYAN MURPHY

Il regista, produttore e sceneggiatore Ryan Murphy è una firma di garanzia: vedono la sua regia le serie Glee, Scream Queens, The Politician, Pose e American Horror Story, il film Mangia prega ama, lo spettacolo teatrale The Boys in the Band e molti altri prodotti televisivi e cinematografici.

Anche in Hollywood la sua mano si vede sia nella scelta delle inquadrature, mai banali, sia nella scelta dei colori, sempre coerenti con le scelte narrative.

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LA TRAMA (NO SPOILER)

Nella Hollywood degli anni ’40 davanti agli “Ace Studios” ogni giorno si raduna una folla di ragazzi che sperano di vedere il loro nome tra i titoli di coda di un importante film.

La direttrice casting sceglie giorno per giorno chi saranno le comparse per le scene da girare in giornata ma Jack Castello non è mai tra i volti selezionati.

Il giovane, con una famiglia in arrivo e un mutuo da pagare, cerca di inseguire il suo sogno ma allo stesso tempo fa i conti con una dura realtà: i soldi non bastano.

Trova così un lavoro temporaneo (e poco ordinario) che sembrerebbe allontanarlo sempre più dal suo sogno ma.. mai dire mai.

Nel frattempo altre persone che Jack incontra sul proprio cammino si scopre hanno tutte un obiettivo in comune: lavorare nell’industria cinematografica.

E così inizia un percorso in cui, tra ostacoli, difficoltà economiche, pregiudizi, duro lavoro e colpi di fortuna i protagonisti si uniscono ad una causa comune e il loro film “Meg” vede la luce.

I PERSONAGGI

I protagonisti sono:

JACK CASTELLO – David Corenswet

Jack è il giovane di cui per primo conosciamo la storia e i sogni da realizzare. L’attore che lo interpreta, David Corenswet, non è nuovo agli schermi di Netflix né tanto meno al regista Ryan Murphy: ha infatti interpretato il ruolo di River nella serie Netflix “The Politician”, diretta proprio dal regista di “Hollywood”.

Oltre al suo fascino, che si addice al ruolo che ricopre, David è molto bravo ed interpreta estremamente bene il personaggio di Jack Castello. Non c’è da stupirsi se Murphy e Netflix lo abbiano anche questa volta puntato scelto tra i protagonisti.

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RAYMOND AINSLEY – Darren Criss

Conosciamo Darren per il suo ruolo in Glee (interpretava Blaine Anderson). Ineccepibile la sua interpretazione del giovane ma determinato regista del film “Meg”.

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CAMILLE WASHINGTON – Laura Harrier

Laura Harrier è Camille Washington, nemmeno lei un volto nuovo per il mondo del cinema: nel 2018 ha preso parte a BlacKkKlansman di Spike Lee.

La giovane e bellissima Camille lotta per i suoi diritti come attrice di colore in un momento storico che permetteva poche opportunità a chi non fosse bianco.

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DICK SAMUELS – Joe Mantello

Joe Mantello proviene dal teatro ed in particolare da Broadway: la sua carica espressiva non passa infatti inosservata.

Anche il personaggio di Dick sta lottando per la totale espressione di sé stesso e vedrà nel film “Meg” la possibilità di lanciare un messaggio di speranza, accettazione e solidarietà in un’America spaccata dal razzismo e dall’omofobia.

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ERNIE WEST – Dylan McDermott

Inutile riportare qui la lunghissima carriera cinematografica e televisiva di Dylan McDermott, basti ricordare che addirittura vinse un Golden Globe nel 1999. Anche per lui un’interpretazione eccezionale del suo Ernie, che aveva ormai abbandonato il suo sogno ma che trova nelle speranze dei giovani ragazzi una nuova luce da seguire.

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ARCHIE COLEMAN – Jeremy Pope

Per Jeremy Pope è la prima volta sullo schermo: finora infatti aveva lavorato in teatro.

Il suo Archie è un ragazzo determinato a raggiungere i suoi obiettivi ed a farsi riconoscere il suo lavoro senza scendere a compromessi, sarà lo sceneggiatore di “Meg”.

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ELLEN KINCAID – Holland Taylor

Anche Holland Taylor vanta una lunghissima carriera alle sue spalle e riesce a rendere ogni diversa sfumatura della su Ellen Kincaid con forza ma anche molta dolcezza.

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La signora Kincaid lavora agli “Ace Studios” e si trova a rimettere in gioco sé stessa e il suo usuale lavoro per una nuova stimolante sfida.

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CLAIRE WOOD – Samara Weaving

Claire Wood è la figlia di Ace Wood, il presidente degli “Ace Studios” ed è in continuo conflitto con i genitori che non vogliono lei sia un’attrice. Se inizialmente sembra rappresentare il classico cliché della bionda crudele e ricca, poi si rivelerà appoggiare la causa di “Meg”.

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HENRY WILSONS – Jim Parsons

Inutili le presentazioni per un attore come Jim Parsons diventato un’icona dopo il suo ruolo di Sheldon Cooper in The Big Bang Theory.

Con Henry Wilsons interpreta un personaggio opposto a Sheldon e lo fa in modo veramente superlativo. Non si può che odiare Henry dal primo all’ultimo momento della serie e, per un personaggio che è intrinsecamente odioso, significa aver fatto centro.

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AVIS AMBERG – Patti LuPone

Avis Amberg è la vera star della serie. Patti LuPone interpreta meravigliosamente questa donna così carismatica e vitale. Tutta la sua esperienza sia in ambito cinematografico che teatrale emerge e la fa da padrona.

Avis è la moglie di Ace, il capo degli Studios, ed anche lei sarà una sorpresa in quanto a forza di volontà e voglia di cambiamenti.

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ROCK HUDSON – Jake Picking

Jake Picking è ancora poco conosciuto in Italia ma rende al meglio la timidezza e la goffaggine di Rock Hudson alle sue prime armi.

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CONCLUSIONI

Ryan Murphy vuole raccontare una storia di finzione ambientandola in un mondo realmente esistito: molti dei personaggi della serie sono stati infatti protagonisti dello star system hollywoodiano ma la produzione del film “Meg” non ha mai avuto luogo.

L’obiettivo del regista è di porre una serie di interrogativi alla storia della Hollywood della fine degli anni ’40 chiedendosi cosa sarebbe successo se la rotta di un ipotetico studio cinematografico dell’epoca avesse preso un direzione opposta a ciò che in realtà è stato.

Se anche le persone di colore, le donne e gli omosessuali avessero avuto un posto preminente dell’industria cinematografica che cosa sarebbe cambiato? Quante persone sarebbero cresciute con dei modelli a cui ispirarsi e sentendosi meno sole ed isolate?

Hollywood immagina una risposta a queste domande con, quasi paradossalmente, un “lieto fine” tipico del cinema classico hollywoodiano.

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