Il nipote di Wittgenstein – Storia di un’amicizia: in scena fino al 22 dicembre al Piccolo Teatro Grassi.
- PRESENTAZIONE
- CAST
- REGIA E SCENOGRAFIE
- COSTUMI
- LE CONCLUSIONI
PRESENTAZIONE
Lo spettacolo, tratto dal romanzo semi-autobiografico “Il nipote di Wittgenstein. Un’amicizia” (1967) di Thomas Bernhard, è un atto unico della durata di un’ora e venti che vede due attori sul palco di cui solo uno però parla.
I personaggi in scena sono Thomas Bernhard ricco ed eccentrico uomo viennese e la sua domestica di cui non sentiamo mai la voce. L’uomo racconta la storia di un’amicizia, che è quella tra lui e Paul Wittgenstein, nipote del famosissimo filosofo Ludwig Wittgenstein.
Gli amici si ritrovano nello stesso ospedale in due reparti diversi a causa di due diverse malattie: la tisi nel caso del protagonista e la follia nel caso del suo amico. Tramite il racconto di episodi, riflessioni e memorie l’uomo ritrae il suo amico Paul con una nota di rimorso e amarezza per una promessa non mantenuta.
In un movimento scenico che assomiglia ad una danza, con musica classica, violini, frac e finestre che si aprono e si chiudono, Il nipote di Wittgenstein – Storia di un’amicizia ci
CAST
UMBERTO ORSINI – Thomas Bernhard
Umberto Orsini esprime con estrema naturalezza i sentimenti e i pensieri di un uomo travolto dalle sue memorie. Non è facile gestire un monologo di un’ora e venti senza cali di intensità ma Orsini riesce nella difficile sfida dimostrando ancora una volta le sue capacità.
ELISABETTA PICCOLOMINI – la domestica
Il ruolo è senza battute ma non per questo di secondo livello: la figura della domestica è determinante nel quadro scenico.
REGIA E SCENOGRAFIE
La scenografia (Jean Bauer) si presenta al pubblico come una stanza spoglia e dalle pareti bianche: in scena solo una lampada, un sofà, un armadio, una poltrona e un mobile per il violino. Una porta e una finestra si aprono e si chiudono di tanto in tanto e lasciano entrare la luce del sole. La regia è di Patrick Guinand (che ha firmato anche l’adattamento) e prevede una serie di calibrati movimenti che si incastrano con precisione e naturalezza. Gli eleganti costumi sono di Pierre Albert.
LE CONCLUSIONI
Quasi un flusso di coscienza quello rappresentato sul palco del Piccolo Teatro Grassi: uno spettacolo che dipinge uno spaccato di vita di un uomo che ha conosciuto l’amicizia ma che non in tutte le occasioni ha saputo onorarla come avrebbe voluto.