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“La vita promessa”.. non solo fiction!
Scuro Chiaro

“La vita promessa”.. non solo fiction!

La vita promessa

La vita promessa, la nuova fiction chiude la stagione 1

Si è conclusa ieri sera la mini fiction (per così dire) di quattro puntate, andata in onda su RAI UNO in prima serata, sono stati ben 6.100.000 gli italiani che hanno assistito all’ultima puntata, pari al 26,18% di share.
L’ho definita mini, visto il numero delle puntate, ma assolutamente grandiosa nei suoi contenuti.
Il Cast di altissimo livello è stato diretto dalla regia di Ricky Tognazzi, che ha fatto un lavoro a dir poco eccellente.
Si tratta della storia della famiglia “Carrizzo”, siciliana d’origine che migra in America in cerca di fortuna e serenità.
Scappa da una terra che in termini di sofferenza le ha tolto già troppo.


E’ uno spaccato della Sicilia degli anni Venti… che fa riflettere, e non solo sul passato…
La storia si sviluppa man mano, con una velocità che lascia con il fiato sospeso.
Alzarsi dalla poltrona? Assolutamente no! Ogni minuto, un colpo di scena.
E’ quasi impossibile fare un breve riassunto, sarebbe come sminuire quell’infinità di particolari, che hanno dato, ad una storia già molto intensa, quel valore aggiunto, sia da un punto di vista dell’interpretazione di ogni singolo protagonista, sia dal punto di vista dei contenuti, senza per questo tralasciare i dettagli più effimeri ma non meno importanti.
La regia, non ha lasciato scampo alla perfezione.
Ogni singola ripresa è stata resa così unica e speciale, che era impossibile non innamorarsi del singolo personaggio, fosse la protagonista, la strepitosa “Luisa Ranieri” nei panni di donna “Carmela” piuttosto che di ognuna delle comparse, che se apparsa anche solo per qualche istante ha dato il meglio di sé.
Gli attori principali, non pochi direi Luisa Ranieri, Thomas Trabacchi, Francesco Arca, Cristiano Caccamo, Primo Reggiani, Lina Sastri, Miriam Dalmazzo, Giuseppe Spata, Francesca Di Maggio, Vittorio Magazzù, e ultimo ma non ultimo Emilio Fallarino, hanno saputo interpretare ognuno il proprio personaggio in modo magistrale.
Ed è proprio lui, “Rocco”, che mi è rimasto nel cuore.

Emilio Fallarino, aveva una parte estremamente complicata, la sua figura è quella di un ragazzo umiliato per un atto non compiuto, reso fragile al punto da tentare il suicidio, causa del quale rimarrà, dopo essere stato salvato dalla madre, menomato a vita.
Il ruolo di Rocco che per esigenze di copione non si limita più al saper recitare ma anche ad aver la capacità e la sensibilità di interpretare con delicatezza la disabilità, senza cadere nella trappola della finzione, è un qualcosa che necessita di un gran lavoro e il compito davvero arduo è stato svolto alla perfezione.
Come lui stesso ha dichiarato:
“Ero in giro per Roma, e la mia agente mi avvisa che c’era il provino per questo personaggio… leggendo la Sinossi, me ne sono subito innamorato.
E’ nato sulle note della musica di Ludovico Einaudi – Experience e da lì è cominciata l’avventura…
Sicuramente avevo paura di interpretare un personaggio così complesso, poteva venir fuori una macchietta o un grande personaggio. Per fortuna il riscontro del pubblico è stato positivissimo e di questo lo ringrazio”
So d’essere stata di parte, ma non ho certo voluto togliere i meriti a nessuno, non sarebbe corretto, è solo che amo stare dalla parte del più debole.
In fondo non è forse vero che i più forti piacciono già a tutti?
Battute a parte, aggiungo prima di terminare che anche le ambientazioni sono state scelte e curate in ogni particolare, dal caldo sole della Sicilia con le sue tradizioni, i suoi campi, passando attraverso il viaggio della speranza per raggiungere l’America, dove la realtà non è solo quella immaginata ma anche quella che si incontra nel quartiere di “Little Italy”.
Spero di aver destato in voi un pizzico di curiosità e al tempo stesso di rammarico per esservela persa, ma niente paura, per chi lo volesse può rivedere questo splendido capolavoro su RAI Play.

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