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Pilato: atmosfera magica al Chiostro Nina Vinchi
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Pilato: atmosfera magica al Chiostro Nina Vinchi

PILATO
PILATO
SPAZI DI TEATRO

Il Chiostro Nina Vinchi (Via Rovello 2), a pochi metri dal Piccolo Teatro Grassi di Milano, ha ospitato un altro degli spettacoli della stagione teatrale del Piccolo “Spazi di teatro”.

Questa volta è Massimo Popolizio protagonista della serata con “Pilato” sul palco allestito in conseguenza alle misure restrittive per l’emergenza COVID 19.

PILATO

Massimo Popolizio interpreta il secondo capitolo di “Il maestro e Margherita” di Michail Bulgakov, dedicato appunto a Ponzio Pilato.

Abbiamo sempre immaginato Pilato come un codardo, un uomo senza colore né sapore che vilmente si lava le mani della morte che porterà alla nascita del Cristianesimo.

Bulgakov ci restituisce un’immagine di Pilato del tutto diversa: è questa volta un uomo tormentato, di polso, umano.

È cruento, come all’epoca era normale essere con i prigionieri e gli arrestati e non solo, ma è profondamente indeciso e tormentato da ciç che sta accadendo.

Egli trova davanti a sé, in processo, Jeshua Hanozri: un individuo che dal modo di parlare sembra un filosofo, una persona che riesce a leggere nella sua mente e a confondergli le idee.

Pilato sa che quell’uomo è innocente e dovrebbe restare libero, ma il suo modo di fare lo irrita. L’influenza che ha su di lui lo spaventa.

E così lo condanna a morte confermando la sentenza precedente. È ora tempo di decidere chi, tra Jeshua e Barabba, salvare dalla crocifissione: il sommo sacerdote di Gerusalemme Caifa fomentato dalla folla sceglie Barabba.

Pilato non ha nemmeno il coraggio di guardare i condannati: sa che l’immortalità è giunta ma ancora non sa, e non può, capire il perché.

MASSIMO POPOLIZIO

Massimo Popolizio è un volto celebre del cinema, del teatro e della TV italiana: lo ricordiamo in Romanzo criminale, Il ricco, il povero e il maggiordomo, La grande bellezza, Il giovane favoloso, Sono tornato e in tanti altri titoli.

Ma non solo il suo volto ci è molto familiare: Popolizio, tra i tanti personaggi doppiati, dà infatti voce a Lord Voldemort in Harry Potter!

Ed infatti in “Pilato” la sua voce (insieme alla spendida musica di Stefano Saletti e Barbara Eramo) riempie il magico spazio del Chiostro Nina VInchi.

Massimo Popolizio rende ogni sfumatura del testo con la voce, ogni pensiero o parola dei personaggi prende corpo e vive nonostante l’immagine non sia davanti agli occhi dello spettatore.

Le sue espressioni ci permettono di seguire il testo di Bulgakov con facilità, senza perdere né l’attenzione né il filo del discorso; e intorno si crea un’atmosfera che riporta lo spettatore all’ambientazione del testo.

Eccezionale, Popolizio è una garanzia!

LA MUSICA

Accanto, ed insieme, a Massimo Popolizio troviamo sul palco Stefano Saletti e Barbara Eramo.

Il polistrumentista e la cantante aiutano a ricreare con ancora più forza grazie alla loro musica l’atmosfera che si viveva durante l’episodio narrato.

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Meravigliosa la musica che suonano, gli accompagnamenti al testo e la voce di Barbara Eramo che incanta il pubblico.

Spettacolo consigliatissimo, merita di essere visto!

In questo periodo non facile per il teatro è bellissimo ricominciare a sedersi in platea per assistere, in silenzio e con attenzione, a rappresentazioni che ci permettono di viaggiare e scoprire nuove storie. Seppur distanziati, ci si sente vicini.

IL PROSSIMO APPUNTAMENTO

Michele Serra apre al lettore le porte della sua bottega di scrittura con un racconto teatrale ironico e sentimentale. L’amaca di domani unplugged sarà in scena, al Chiostro Nina Vinchi, da martedì 21 a giovedì 23 luglio (prima rappresentazione in diretta sul grande schermo di mare culturale urbano), per poi spostarsi a Casa Chiaravalle (venerdì 24 luglio). In caso di maltempo, le recite del Chiostro si sposteranno nella sala del Teatro Grassi, mentre quella del Municipio sarà annullata.

Scrivere ogni giorno, per ventisette anni, la propria opinione sul giornale, è una forma di potere o una condanna? Un esercizio di stile o uno sfoggio maniacale, degno di un caso umano? Bisogna invidiare le bestie, che per esistere non sono condannate a parlare?

Le parole, con le loro seduzioni e le loro trappole, sono le protagoniste di questo racconto teatrale comico e sentimentale, impudico e coinvolgente.

Le persone e le cose trattate nel corso degli anni – la politica, la società, le star vere e quelle fasulle, la gente comune, il costume, la cultura – riemergono dal grande sacco delle parole scritte con intatta vitalità e qualche sorpresa.

Michele Serra racconta di sé e del mestiere fragile e faticoso dello scrittore cercando di dipanare la matassa delle proprie debolezze e delle proprie manie. Ma forse il vero bandolo, come per ogni cosa, è nell’infanzia. E il finale, per fortuna, è ancora da scrivere.

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