In lettura
SULLA MIA PELLE… Stefano Cucchi
Scuro Chiaro

SULLA MIA PELLE… Stefano Cucchi

sulla mia pelle

Sulla mia pelle… “Quando la giustizia diventa ingiustizia e Stefano Cucchi muore”

E’ uscito il 12 settembre 2018 il film “SULLA MIA PELLE” prodotto da Netflix e diretto da Alessio Cremonini, con Alessandro Borghi, trasmesso su Netflix e al cinema.
Personalmente preferisco definirlo un “documentario”.
Una pellicola che documenti l’accaduto, che permetta a tutti di vedere quali abusi e ingiustizie un ragazzo di 31 anni ha dovuto subire dalle forze dell’ordine, causa dei quali ha perso la vita.
E’ la sera del 15 ottobre 2009, quando l’interminabile, doloroso, assurdo calvario di Stefano Cucchi ha inizio, e solo una settimana più tardi, giace senza vita all’Ospedale Sandro Pertini di Roma.
E’ morto senza neanche aver avuto la possibilità di guardare negli occhi un’ultima volta i suoi familiari, che con tanta paura, dolore e coraggio, fino alla fine hanno sperato (pur sapendo in cuor loro la verità in merito alle violenze dal loro figlio subite), in una giustizia che non solo ha tradito Stefano Cucchi, ma ha tradito tutti noi, e ancora una volta la divisa è stata macchiata di sangue, quella divisa in cui tutti crediamo e speriamo.
Sono passati nove anni da allora e dopo una lunga lotta della famiglia Cucchi per far luce sulla questione, finalmente oggi in un’aula di Tribunale si sta svolgendo il processo a carico dei carabinieri che hanno commesso il pestaggio ai danni di Stefano.
Uno dei carabinieri ha già confessato, ma cosa lo ha portato a questa scelta? Sarà stato il rimorso? Sarà stata la paura?
O forse un tale fardello stava diventando troppo pesante anche per duro come lui?
Una famiglia già provata, da un passato non proprio tranquillo di Stefano, si è trovata a vivere un incubo che ritengo nessuno debba provare, perché prima degli errori viene il rispetto per la persona.
Un giudice già c’era…
Questo film mi ha fatto molto riflettere per due motivi:
– il primo perché non è stato raccontato Stefano Cucchi come il ragazzo perfetto; tutto il suo trascorso di tossicodipendenza è stato messo in luce, i suoi errori, sono stati tutti raccontati, nulla è stato omesso per farlo sembrare un figlio, un fratello esemplare;
– il secondo perché ha dato modo a chi ha seguito la vicenda e volesse vedere e capire meglio l’accaduto, di avere un feedback più dettagliato, seppur rispettando la memoria di questo ragazzo, proponendo immagini cruente, ma a mio avviso ancora lontane dalla realtà.
Nonostante tutto, una cosa mi ha lasciata perplessa, a cui non so dare una spiegazione, ovvero al fatto che in questo film ci si sia limitati a raccontare i fatti senza dare una più profonda interpretazione, lasciando spazio allo spettatore di trarre le proprie conclusioni.
E purtroppo mi aspetto tra le varie recensioni, anche commenti che dicano che quello che è successo, per un ex-tossicodipendente, per uno che detiene droga, che sia per uso personale o meno, ha avuto ciò che si meritava.
Ma io non ci sto!
Se esiste una “Giustizia” allora che non guardi in faccia a nessuno e addebiti a chi di dovere gli errori commessi, e si possa mettere la parola “FINE” a questa dolorosa vicenda, affinché sia di esempio che l’abuso di potere non fa giustizia, affinché episodi come questo non accadano mai più, affinché la famiglia di Stefano possa trovare un po’ di serenità e questa assurda morte non sia stata vana.
Per scelta personale ho deciso di non mettere le foto di Stefano senza vita, ho preferito ricordarlo per il suo sorriso.
“Ciao Stefano”.

Qual è la tua reazione?
Excited
0
Happy
0
In Love
0
Not Sure
0
Silly
0
0 Commenti

Rispondi

La tua mail non sarà resa pubblica.

© 2020 Dejavu. All Rights Reserved.

Torna a inizio pagina