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Sull’Inferno di Dante c’è ancora molto da dire, lo dimostra Corrado D’Elia
Scuro Chiaro

Sull’Inferno di Dante c’è ancora molto da dire, lo dimostra Corrado D’Elia

Dante inferno
Dante inferno

DANTE, INFERNO
PROGETTO E REGIA CORRADO D’ELIA

con Corrado d’Elia
assistente alla regia Sabrina De Vita
tecnico luci Christian Laface
ideazione scenica e grafica Chiara Salvucci
Estate Sforzesca
12 giugno 2019 – Castello Sforzesco – Cortile delle Armi

Qualcuno potrebbe pensare “ANCORA?” ancora Dante, ancora la divina commedia?

Sarebbe un errore!

Si, sarebbe un errore pensare che sulla Commedia di Dante si sia detto ormai tutto quello che c’era da dire.

Il lavoro di Corrado D’Elia ne è la dimostrazione.

Dante inferno

Poiché la Divina Commedia riguarda l’uomo, l’uomo Dante, ma più estesamente l’uomo-umanità e se tante cose sono cambiate da Dante e il suo mondo (abitudini, costumi, velocità e geografie), l’uomo e il sentire dell’animo umano: l’amore, il dolore, le ipocrisie, i conflitti, le paure, la paura della morte, tutto questo è rimasto uguale ed abita sempre i nostri cuori.

Quindi poiché Dante parla di se, e parla di noi in cammino nella vita, sempre qualche sfaccettatura nuova c’è da sottolineare e Corrado D’Elia cerca appunto di approfondire aspetti ignorati da altri.

Secondo lo stile che caratterizza molte delle opere di questo autore si alternano momenti diversi.

Momenti in cui parla, spiega e approfondisce aspetti anche più tecnici della poesia.
Momenti, che chiama ballate che sono ispirate ai personaggi che introduce e che sono i protagonisti dei canti che presenta, in cui porta, inserisce proprie riflessioni.

Momenti in cui recita o meglio:

“I versi non si recitano, si dicono” (C. D’Elia)

In effetti, non solo, recita, meglio dice, ma interpreta, si immerge e si immedesima nei dolori e nelle passioni dei personaggi dei diversi canti.

C’è sempre un sottofondo musicale che ben racconta il sentimenti e le emozioni che si muovono.

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Luci talora blu, ma più spesso rosse a sottolineare appunto il calore e colore dell’inferno.

Dante inferno

I Canti sono sicuramente tra i più noti: il primo («Nel mezzo del cammin»), il III («Per me si va ne la città dolente»), il V (Paolo e Francesca), il XXVI (Ulisse), il XXXIII (Ugolino), il XXXIV («E quindi uscimmo a riveder le stelle»).

Corrado D’Elia è sempre sorprendente.

Sorprendente come con una scenografia scarna, se non assente, con pochi e scarni gesti, da solo pressoché fermo sul palco, riesce a suscitare immagini, personaggi, emozioni, pensieri.

Una voce penetrante e notavo come nel recitare Dante avesse un impostazione, ma anche dei toni, dei suoni dei colori, molto simili alla voce del grande Vittorio, Gassman ovviamente!

Dante inferno

Ancora una volta Corrado D’Elia ha saputo prendere tra le mani un grande classico e metterne a nudo la grande umanità e quindi contemporaneità e trasmettere tutto ciò al pubblico come se fosse una cosa nuova appena sorta.

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