In lettura
Una Tosca che si eleva al cielo
Scuro Chiaro

Una Tosca che si eleva al cielo

tosca
tosca

Un capolavoro per la Prima della Scala acclamato da 16 minuti di applausi.

  • L’EVENTO
  • IL CAST 
  • REGIA, SCENOGRAFIA E COSTUMI
  • CONCLUSIONE
L’EVENTO

L’evento nell’evento la Prima della Scala coinvolge milioni di spettatori.

Come sempre la Prima della Scala sinonimo di cultura, mondanità e milanesità che risuona in tutta la città e in tutto il mondo.

Un lungo applauso accoglie il Presidente della Repubblica Mattarella in un Palco Reale addobbato con fiori a dir poco meravigliosi.

Ascoltiamo in religioso silenzio il nostro Inno di Mameli ed eccoci finalmente all’apertura tanto attesa del sipario.

Live motive dell’opera pucciniana: LA LIBERTA’ perfettamente resa con un Angelotti che corre nel buoi al centro del palco verso questa tanto sognata meta.

Una scenografia coinvolgente in costante movimento e su più livelli ci fa presagire già la grandezza della capolavoro che poi ci verrà presentato.

Arriva il Sagrestano e il “thriller psicologico”, cosi come è stato definita l’opera pucciniana, inizia a muovere i suoi passi.

Ogni Atto ci regala emozioni sia a livello uditivo che visivo con colpi di scena alquanto inaspettati e una rilettura musicale da parte del Maestro Chailly a dir poco perfetta in ogni minimo dettaglio.

Un Te Deum strepitoso con una regia da brividi e un finale che ci toglie il fiato chiudono il Primo Atto.

Si conferma la contemporaneità di Puccini con uno spettacolo che ci fa percepire il grande genio di Lucca come un vero narratore cinematografico.

Il regista definisce infatti la partitura come un vero Storyboard curato in ogni dettaglio non solo musicale.

Momenti struggenti regalateci dalla visione del carcere dove  è detenuto Cavaradossi sotto la sala di Palazzo Farnese e un finale del Secondo Atto con la “duplicazione” di Tosca che rivive come incubo l’uccisione del perfido Scarpia.

Il finale dell’opera decreta questa regia un capolavoro che rimarrà nella storia.

Floria Tosca vera eroina dell’opera si eleva al cielo con ancora una volta la duplicazione del personaggio.

Un colpo di scena inaspettato che ci ha lasciato a dir poco basiti, commossi, stupiti e ammaliati.

Ben sedici minuti di applausi conclameranno la grande riuscita di questa Prima con due momenti di applausi a scena aperta per il “Vissi d’arte” di Anna Netrebko e per il “Lucean le stelle” di Francesco Meli.

IL CAST

RICCARDO CHAILLY

Riccardo Chailly

Una lettura attenta in ogni minimo dettaglio quella di Chailly che ci riporta  la prima edizione di questo capolavoro pucciniano.

Una direzione d’orchestra magistrale con tempi perfetti e sfumature di colori che ci travolgono in quest’opera diretta in modo a dir poco ineccepibile mostrandoci ancora una volta la grandezza dell’Orchestra del Teatro alla Scala. 

Insomma il Maestro Chailly “una certezza” che ci regala un lavoro curato alla perfezione e realizzato con una cura spasmodica (nel senso positivo del termine) ma indiscutibile di ogni minima sfumatura.

ANNA NETREBKO – Floria Tosca

Anna Netrebko

Si conferma la grande diva, regina indiscussa dei palcoscenici mondiali. 

Una voce disarmante e un’interpretazione profonda e interessante del personaggio.

Una Floria Tosca dalle mille sfaccettature e fuori dai soliti stereotipi che passa dalla gelosia alla civetteria con punte di malizia, dall’odio al panico incontenibile dopo l’uccisione di Scarpia  con una profonda introspezione del personaggio.

La Netrebko ci presenta un lato fragile di Tosca che difficilmente viene portato nelle messe in scena di quest’opera e che trovo di grande intensità.

Un “Vissi d’arte” il suo reso alla perfezione sia sotto l’aspetto vocale che interpretativo che suscita i giusti applausi a scena aperta del pubblico della prima scaligera.

“L’errore della Netrebko”: ebbene si abbiamo potuto constatare che questa eroina del melodramma internazionale è umana.

La sua dimenticanza di “voglio avvisarlo io stessa”  risolto in maniera egregia da lei e da Luca Salsi in modo da renderlo quasi inesistente e rilevabile solo dal pubblico più esperto e attento fanno si che anche i temuti social perdonino con la frase: “che eleganza a uscire d’impaccio con uno sguardo… comunque bravissima”.

Non possiamo che riconfermare Anna Netrebko un’artista davvero unica in questo momento nel panorama lirico mondiale.

FRANCESCO MELI – Pittore Cavaradossi

Francesco Meli

Una voce pulita, limpida e tecnicamente ineccepibile.

Ci regala grandi momenti vocali ma ci lascia perplessi sotto l’aspetto interpretativo.

Un Cavaradossi il suo che difficilmente si lascia andare alla grande passione che sia quella amorosa che sia quella patriottica.

Ci regala un “Lucean le stelle” indiscutibilmente reso alla perfezione sotto l’aspetto vocale ma che ci fa mancare… la lacrima!

Anche per lui applausi a scena aperta dopo quest’aria.

LUCA SALSI – Scarpia

Luca Salsi

Trionfatore indiscusso di questa prima scaligera.

Uno Scarpia a dir poco disarmante il suo che lo rende quasi il vero protagonista dell’opera.

Forse ti potrebbe piacere anche…
Clara e il suo "Origami all'alba"

Voce, presenza scenica, carisma hanno fatto si che la sua presenza sul palco diventasse catalizzante e magnetica.

Un Te Deum che rimarrà nella storia quello di Luca Salsi e il Duetto con Tosca, del Secondo Atto, ci ha regalato sul palco della Scala la grandezza di due artisti  indiscutibili, due veri “ mostri sacri” sia sotto il profilo vocale che scenico lasciandoci senza parole.

ALFONSO ANTONIOZZI – Il Sagrestano

Alfonso Antoniozzi

Strepitosa la sua interpretazione di questo personaggio da non sottovalutare d’ importanza all’interno del districarsi della storia di quest’opera.

Reso in modo magistrale sotto tutti i punti di vista sia vocale che interpretativo con una presenza scenica e una mimica facciale davvero ineguagliabili.

Un plauso speciale anche per Carlo Cigni (Angelotti ), Carlo Bosi (Spoletta), Giulio Mastrototaro (Sciarrone ).

Come sempre strepitoso il Coro del Teatro alla Scala e quello delle Voci Bianche diretto dal grande Maestro Bruno Casoni.

REGIA, SCENOGRAFIA E COSTUMI
Davide Livermore

La regia di quest’opera vince su tutto.

Davide Livermore si è davvero superato.

Una regia nuova ma non “discutibilmente trasgressiva” come è ornai usanza di molte rappresentazioni.

Ci lascia senza parole nei diversi finali dei tre atti e la sua scelta dei “livelli” collegati alle figure dei personaggi ci regala una connotazione a dir poco cinematografica dell’opera pucciniana.

Abbiamo assistito ad un film dal vivo con effetti scenici che difficilmente dimenticheremo.

Le scenografie di Giò Forma completano in modo sublime la grandezza di questa regia e a coronare il tutto gli splendidi costumi di Gianluca Falaschi di con una maestria nella scelta dei colori a dir poco sublime, le luci  di Antonio Castro e i video D-Wok.

CONCLUSIONE 

Quest’anno una prima che non dimenticheremo.

Un capolavoro quasi irreale.

Un cast strepitoso diretto in modo straordinario.

Una regia che ha reso l’opera un dipinto cinematografico.

Questa prima scaligera ha dimostrato che il Teatro alla Scala resta indiscutibilmente il primo Teatro Lirico al mondo.

Si ringrazia apemusicale.it
Qual è la tua reazione?
Excited
0
Happy
0
In Love
0
Not Sure
0
Silly
0

© 2020 Dejavu. All Rights Reserved.

Torna a inizio pagina