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Il Bacio: 3 e 4 ottobre al Teatro Litta!
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Il Bacio: 3 e 4 ottobre al Teatro Litta!

IL BACIO: two-zero-two-zero-kiss – 3 e 4 ottobre al Teatro Litta!

IL BACIO

un lungo bacio dall’alba al tramonto
performance 
ambientale/comportamentale

performance ambientale

azione/re-azione documentale nel contesto del distanziamento fisico fra persona e persona in ambito di emergenza per pandemia virale nell’anno 2020 D.C.

ideazione: Antonio Syxty

collaborazione di Susanna Baccari

Luogo dell’azione nella sua prima edizione:

Cortile dell’Orologio di Palazzo Litta a Milano

Azione documentale dedicata anche alla morte di George Perry Floyd, avvenuta il 25 maggio 2020 nella città di Minneapolis.

(dagli appunti di A. Syxty sul progetto)

1.

avvenimenti che accadono in natura e che non riusciamo a spiegare/ il mistero della natura ci fa paura e ci inquieta quando è portatore di morte

2.

(non-vita) siamo deboli quando siamo impotenti, quando non sappiamo spiegare quello che ci succede

3.

vogliamo esorcizzare gli avvenimenti che ci fanno il male/ vogliamo condannare, combattere, conoscere

4.

vogliamo continuare a vivere, a respirare, perché è nella nostra natura proteggere la vita

5.

(I can’t breathe) un rantolo che è durato 8 minuti e 46 secondi (incolpevoli e colpevoli)

6.

un virus che è bastato a portarci tutto il male che non conosciamo ancora

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7.

un bacio che può diventare il respiro necessario per continuare a proteggere la vita contro il destino degli eventi naturali, umani, sociali, politici, religiosi, economici

(e 46 secondi)

non fermiamo il bacio.

INFORMAZIONI

Teatro Litta – Cortile dell’orologio
Info e prenotazioni biglietteria@mtmteatro.it/02-86454545
Scarica l’App di MTM Teatro e acquista con un clic

DATE

ottobre 3 (Sabato) – 4 (Domenica) – ingresso libero con prenotazione obbligatoria

LE PAROLE DI ANTONIO SIXTY

“Negli anni ‘80 pensavo di realizzare una performance incentrata su un bacio. L’azione doveva essere un bacio in bocca fra una coppia. Un bacio, in piedi, prolungato, oltremisura. Le labbra si sarebbero staccate giusto il tempo per riprendere fiato, ma poi sarebbero tornate a ricongiungersi. 
I corpi avrebbero dovuto indossare abiti casuali secondo l’abitudine della coppia nella vita di tutti i giorni. 

La performance era progettata per essere eseguita durante uno dei numerosi interventi che mi venivano richiesti ai convegni di teatro post-moderno (o di post-avanguardia) ai quali venivo invitato in quegli anni.

Una seconda versione della performance prevedeva il bacio della coppia al tramonto, ambientata in un esterno qualsiasi, illuminata dai fanali di quattro grosse auto disposte a raggiera intorno ai “bacianti”.
Quella performance non l’ho mai realizzata. Ho custodito il pensiero per anni. 

Poi è successo quello che è successo, quello che tutti sappiamo: la natura ha generato un virus in grado di infettarci proprio attraverso il contatto ravvicinato.

Ho ripensato subito al “bacio”. Non come sfida alla natura o al virus, ma come azione documentale, come testimonianza.

Ho pensato che avrei potuto proporla in un’azione pubblica, corredata da un’assunzione di responsabilità dei “bacianti”, che si dichiarano responsabili della loro azione e delle sue conseguenze, siano essi “congiunti” o meno.
Il bacio può essere fra donna e uomo, fra uomo e uomo, fra donna e donna. Il bacio avverrà all’esterno, in un cortile storico della città di Milano. E chi assisterà al bacio dovrà indossare la mascherina chirurgica secondo le norme vigenti.

E così, a distanza di anni, quel bacio assume un altro senso, grazie a un contesto completamente diverso e profondamente cambiato.

In quegli anni ero solito dedicare ogni mia performance a qualcuno, qualcosa, (ma anche a un luogo, un evento). Concettualmente la dedica faceva parte del progetto. 
E così la dedica di “questo bacio” è alla figura di George Floyd, ucciso per asfissia indotta da un poliziotto a Minneapolis. 
Il respiro interrotto, dalla natura prima, e poi dall’uomo.

Chi saranno coloro che si baceranno in questo 2020? Io ho chiesto a attrici, attori, donne e uomini di spettacolo, mi piacerebbe che potessero aderire persone comuni, testimoniando/documentando la loro azione.

Ho scelto il tempo di durata della performance, da svolgersi dall’alba al tramonto, a testimoniare la nascita di un nuovo giorno.

Lo ripeto: non è una sfida, non è un’azione goliardica, non è uno sberleffo alle misure cautelari contro il virus. 
È un’assunzione di responsabilità a tutelare la vita in ogni suo aspetto, attraverso un’azione umana.”

Antonio Sixty

Agosto 2020

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